Un’installazione per Mondrian nel cortile di Palazzo Martinengo
Nella mostra curata da Dotti un Picasso mai esposto
Occhiali tondi senza montatura, barba mistica e un’ossessione per il jazz e le scacchiere, l’olandese volante che appiccicava post-it pieni di appunti sui quadri nel suo studio sulla Fifth avenue sarà evocato con una suggestione: un’installazione extra-large scandita da linee nere e imbevuta dei suoi tre colori-feticcio, rosso, giallo e blu.
Tra le ossessioni dei dioscuri De Chirico e Savinio, le inquietudini di Burri, le muse di Glisenti e un Picasso inedito, alla mostra «Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti. 100 capolavori dalle collezioni private bresciane» a Palazzo Martinengo (la vernice il 20 gennaio), manca Mondrian: per alludere al signore dell’astrattismo geometrico, il curatore Davide Dotti ha pensato a un’installazione nel cortile.
La suggestione è nell’ultimo è paragrafo della lettera che Roberta Bellino, presidente dell’associazione Amici di Palazzo Martinengo, ha inviato al presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli: «L’ultima sezione della mostra — ha scritto — sarà dedicata a Picasso e ai grandi pittori europei del XX secolo. Non potendo contare sul prestito di un’opera del maestro dell’astrattismo geometrico Piet Mondrian, il curatore della mostra Davide Dotti, in accordo con il comitato scientifico, ha proposto di realizzare nel primo cortile interno di Palazzo Martinengo, prima dell’ingresso della mostra, un’installazione artistica temporanea ispirata a un celebre dipinto dell’artista olandese. Ai visitatori verrà spiegato, grazie all’ausilio di un apposito pannello esplicativo, il senso dell’operazione culturale: nel concetto moderno di mostra d’arte, anche un’istallazione temporanea collocata all’esterno di una mostra può diventare parte integrante di un percorso espositivo tradizionale, e rappresentare non solo un valore estetico ma anche motivo di riflessione per il pubblico; l’assenza di un’opera d’arte può quindi essere la molla per scatenare la creatività, e i grandi capolavori dell’arte del ‘900, con il loro fascino intramontabile, possono rappresentare un’importante fon- te di ispirazione per la creazione di suggestive installazioni contemporanee». Bozze, foto e senso dell’installazione sono state inoltrate alla Soprintendenza con la lettera in allegato: si aspetta l’autorizzazione a procedere.
Il viaggio nell’Ottocento e nel Novecento inizia con i paesaggi neoclassici di Basiletti: tra episodi della Battaglia di San Martino e Solferino di Joli che si pensavano perduti e vedute di Renica, la mostra si dipana fino all’Informale:il percorso sarà presentato giovedì, alle 18, nella chiesa di San Giorgio, con la locandina. Sopra, c’è un Picasso del 1942 mai esposto al pubblico: sarà l’immagine-simbolo.