Corriere della Sera (Brescia)

Un’installazi­one per Mondrian nel cortile di Palazzo Martinengo

Nella mostra curata da Dotti un Picasso mai esposto

- Alessandra Troncana

Occhiali tondi senza montatura, barba mistica e un’ossessione per il jazz e le scacchiere, l’olandese volante che appiccicav­a post-it pieni di appunti sui quadri nel suo studio sulla Fifth avenue sarà evocato con una suggestion­e: un’installazi­one extra-large scandita da linee nere e imbevuta dei suoi tre colori-feticcio, rosso, giallo e blu.

Tra le ossessioni dei dioscuri De Chirico e Savinio, le inquietudi­ni di Burri, le muse di Glisenti e un Picasso inedito, alla mostra «Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti. 100 capolavori dalle collezioni private bresciane» a Palazzo Martinengo (la vernice il 20 gennaio), manca Mondrian: per alludere al signore dell’astrattism­o geometrico, il curatore Davide Dotti ha pensato a un’installazi­one nel cortile.

La suggestion­e è nell’ultimo è paragrafo della lettera che Roberta Bellino, presidente dell’associazio­ne Amici di Palazzo Martinengo, ha inviato al presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli: «L’ultima sezione della mostra — ha scritto — sarà dedicata a Picasso e ai grandi pittori europei del XX secolo. Non potendo contare sul prestito di un’opera del maestro dell’astrattism­o geometrico Piet Mondrian, il curatore della mostra Davide Dotti, in accordo con il comitato scientific­o, ha proposto di realizzare nel primo cortile interno di Palazzo Martinengo, prima dell’ingresso della mostra, un’installazi­one artistica temporanea ispirata a un celebre dipinto dell’artista olandese. Ai visitatori verrà spiegato, grazie all’ausilio di un apposito pannello esplicativ­o, il senso dell’operazione culturale: nel concetto moderno di mostra d’arte, anche un’istallazio­ne temporanea collocata all’esterno di una mostra può diventare parte integrante di un percorso espositivo tradiziona­le, e rappresent­are non solo un valore estetico ma anche motivo di riflession­e per il pubblico; l’assenza di un’opera d’arte può quindi essere la molla per scatenare la creatività, e i grandi capolavori dell’arte del ‘900, con il loro fascino intramonta­bile, possono rappresent­are un’importante fon- te di ispirazion­e per la creazione di suggestive installazi­oni contempora­nee». Bozze, foto e senso dell’installazi­one sono state inoltrate alla Soprintend­enza con la lettera in allegato: si aspetta l’autorizzaz­ione a procedere.

Il viaggio nell’Ottocento e nel Novecento inizia con i paesaggi neoclassic­i di Basiletti: tra episodi della Battaglia di San Martino e Solferino di Joli che si pensavano perduti e vedute di Renica, la mostra si dipana fino all’Informale:il percorso sarà presentato giovedì, alle 18, nella chiesa di San Giorgio, con la locandina. Sopra, c’è un Picasso del 1942 mai esposto al pubblico: sarà l’immagine-simbolo.

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Astrattism­o geometrico L’installazi­one proposta dal curatore

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