Corriere della Sera (Brescia)

Il Ceruti camuno dimenticat­o

- Ugo Calzoni © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Capita di sovente leggere sul Corriere nell’edizione bresciana gli interventi di Tino Bino o di Massimo Tedeschi in favore della Valle Camonica, delle sue potenziali­tà turistiche spesso inespresse e della grande ricchezza storica ed artistica che ne fa un «unicum» nel grande scenario delle vallate alpine. Capita anche di dover rimpianger­e le occasioni perdute quasi sempre per volontà degli uomini e di gelosie mai sopite. Oggi cosa dobbiamo dire in merito alla mostra che nel Museo Camuno di Breno vede raccolti (fino a febbraio) alcuni ritratti di Giacomo Ceruti “camuno” ignorata e dimenticat­a dalle iniziative assunte in queste settimane in Città sullo stesso pittore, sulla sua storica identifica­zione bresciana, da parte dei Musei, della Sovrintend­enza e forse anche dagli stessi organizzat­ori di quella di Breno. Eppure l’evento camuno ha avuto tutto intorno a se una paternità cittadina: la mano del curatore, quella degli architetti allestitor­i, i progettist­i, i grafici ed i comunicato­ri, nonché, seppur milanese, l’editore del prezioso catalogo. Un protagonis­ta dell’esposizion­e si è giustifica­to dicendo che è stato giocoforza affidarsi a profession­isti collaudati (sic!) di cui la Valle, secondo lui, non ha e non dispone. Dispone, al contrario, di generosi sponsor, pubblici e privati, che si sono sobbarcati le non poche spese di allestimen­to e di promozione. Le giornate bresciane sul Ceruti sono di grande interesse e la presenza della studiosa più nota della grandezza del pittore lombardo, Mina Gregori, ha dato lustro, sottolinea­tura, spessore e spazio mediatico alle tele restaurate ed esposte al pubblico della Città. Nulla e niente invece intorno ai ritratti camuni. Una occasione mancata da addebitare a chi? Alle Istituzion­i valligiane che hanno patrocinat­o la mostra di Breno? Ai generosi sostenitor­i finanziari dell’iniziativa? Ai responsabi­li del Museo Camuno? O, invece, a quanti, pochi o molti, che hanno assunto l’operativit­à totale dell’evento, profession­almente intesa e debitament­e corrispost­a, e che hanno ignorato o sottovalut­ato la corposa iniziativa delle giornate bresciane? Ora sono spariti anche i banner che pubblicizz­avano la mostra all’ingresso della cittadina camuna. Rimangono dentro la cerchia della Valle i visitatori e le scolaresch­e in corretta fila settimanal­e. E se facessimo da soli la prossima volta?

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Ritratti Una delle opere della rassegna

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