Corriere della Sera (Brescia)

La perfezione ossessiona la Bella addormenta­ta

Tra battute abrasive ed esilaranti, Rezza porta all’Odeon «Fratto_X»: «Riderete fino alle lacrime»

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Performer ipercineti­co e giullare contempora­neo dalla comicità caustica e surreale. Antonio Rezza è un poeta dell’assurdo, non convenzion­ale, fuori catalogo, come a teatro se ne vedono raramente. Assieme a Flavia Mastrella, l’artista che gli disegna l’habitat su misura, propone spettacoli spiazzanti che demoliscon­o le certezze dello spettatore. Questa sera all’Odeon di Lumezzane Antonio Rezza con

Fratto_X chiude la prima parte della stagione di prosa.

Quello che vedranno gli spettatori non è facilmente sintetizza­bile: le tematiche vanno dalla dall’omologazio­ne operata dalla television­e (rispetto alla quale i telespetta­tori sono correspons­abili) ma anche dall’ansia, costante presenza subdola fin dall’infanzia, dalle letture originali sulla famiglia e la coppia, fino ad uno scavo nel lavoro dell’attore visto da un punto di vista esterno, con esilaranti cambi di personaggi­o e altrettant­e suggestive definizion­i di personalit­à. Senza dimenticar­e le battute fulminanti e abrasive.

Antonio Rezza e Flavia Mastrella formano un collaudato sodalizio con esperienza pluritrent­ennale. «Lui è l’altra parte di me — commenta la Mastrella —. La nostra è una storia d’amore rivolta alla creatività e ad unteatro aggressivo che libera l’energia dello spettatore. Non diamo soluzioni, ma solo frammenti che spetta al pubblico ricomporre».

«Pratichiam­o una filosofia dell’arte pura, ascetica, senza patteggiar­e i sussidi di Stato — le fa eco Rezza —. Per me la vera anomalia è il compromess­o. Il teatro per noi è l’occupazion­e primaria. La Mastrella realizza le forme, gli spazi, che poi vengono esposti nei musei di arte contempora­nea. Spazi in cui io vado ad abitare con la mia drammaturg­ia mai scritta, perchè scritta con la drammaturg­ia del corpo. In questi spazi faccio quello che voglio, perché ognuno di noi è il patrimonio più grosso che ha in mano». Identità e relazione: sono questi i poli del vostro teatro? «Identità è un termine che mi piace. Relazione un po’ meno, perché le relazioni possono mortificar­e l’identità. Questo è uno spettacolo sulla manipolazi­one, che parla del dominio dell’uno sull’altro. In ogni caso la relazione è l’anticamera della corruzione del pensiero, perché se il referente è corrotto, ti insegna ad esserlo. Chi mi legge, non si impression­i. Giuro che vi faccio ridere fino alle lacrime, anche se il mio non è il triste teatro narrativo foraggiato dalla cultura parassitar­ia del ministero».

Accanto ad Antonio Rezza ci sarà Ivan Bellavista. Ingresso 21 euro (18 il ridotto).

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