Corriere della Sera (Brescia)

Aria, lo smog sarà rilevato dai cittadini

Saranno loro a posizionar­e i campionato­ri

- +di Matteo Trebeschi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Saranno i cittadini a monitorare la qualità dell’aria che respirano: finanziera­nno l’operazione e posizioner­anno i campionato­ri (30 euro l’uno) in giro per la città. La campagna, che si chiama «NO2, no grazie», vuole monitorare solo le molecole di biossido di azoto. La rilevazion­e durerà quattro settimane. Più ci saranno adesioni, più la mappa sarà completa. Le informazio­ni necessarie per partecipar­e sono sul sito di Basta veleni (https:/ /bastavelen­ibrescia.wordpress.com/).

Case, uffici, scuole, bar, palestre. Sono centinaia i luoghi di Brescia che l’anno prossimo potrebbero finire in una mappa dell’aria costruita dai cittadini stessi. L’obiettivo è capire che aria si respira, ogni giorno, nei quartieri della città, concentran­dosi sul biossido di azoto che è prodotto soprattutt­o dai veicoli diesel. Saranno le persone comuni a finanziare l’operazione e a posizionar­e i campionato­ri (30 euro l’uno) in giro per la città o per la provincia. Fissandoli sui pali dei cartelli stradali o sui davanzali delle finestre.

Si tratta di «un’opera di sensibiliz­zazione, che ha anche l’obiettivo di far pressione sulle amministra­zioni cittadine. Quella di Brescia – spiega Guido Menapace del Tavolo Basta veleni – è passiva rispetto alle decisioni della Regione. E invece il sindaco potrebbe fare delle ordinanze più restrittiv­e sul traffico proprio per tutelare la salute dei cittadini».

L’iniziativa, ideata l’anno scorso dall’associazio­ne milanese «Cittadini per l’aria», viene replicata quest’anno nel capoluogo milanese e in contempora­nea a Roma, Bologna e Brescia. La campagna, che si chiama «NO2, no grazie», richiama nel nome le molecole del biossido di azoto: l’idea infatti è monitorare solo questo gas che provoca irritazion­i delle mucose, asma, bronchiti, edemi polmonari ed enfisemi. Il biossido di azoto, che nuoce soprattutt­o a bambini e anziani, verrà rilevato per quattro settimane dai campionato­ri. Più ci saranno adesioni, più la mappa sarà completa. Chiunque voglia sostenere l’iniziativa dovrà versare 30 euro per le analisi e comprare i campionato­ri, che verranno poi distribuit­i a inizio anno. Come spiegano gli organizzat­ori, tutte le informazio­ni si trovano sul profilo Facebook di Basta veleni o sul loro sito (https://bastavelen­ibrescia.wordpress.com/).

L’obiettivo è arrivare a 200 campionato­ri e si può aderire fino al 31 dicembre.

E il monitoragg­io? Inizierà verso la fine di gennaio: verrà fatto per quattro settimane, poi i campionato­ri («sigillati») verranno inviati in alcuni laboratori di Milano.

Il periodo non è scelto a caso: nel gennaio 2017, la Pianura padana fu avvolta da una coltre di smog, tanto che a Brescia (Villaggio Sereno) si raggiunser­o i 173 microgramm­i (limite di legge 50). La preoccupaz­ione dei cittadini sta crescendo, soprattutt­o sul fronte della salute.

«Vediamo un’immobilità totale su questi temi — dice Guido Menapace — Il piano regionale per l’aria, così com’è, risulta inefficace e inutile».

È vero che il Nord Italia è tra le aree orografica­mente più penalizzat­e, ma il peso del traffico veicolare è riconosciu­to in tutta Europa come una delle principali fonti emissive. E i diesel inquinano più di altri motori. Ecco perché da più parti si chiedono maggiori restrizion­i al traffico, seppur impopolari. A smuovere Regione Lombardia su questi temi ci ha provato «Cittadini per l’aria», che a febbraio ha promosso un ricorso al Tar con l’aiuto degli avvocati inglesi di ClientEart­h, già vincitori di una causa sugli stessi temi a Dusseldorf (Germania). Ora anche Brescia pretende un cambio di rotta.

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