Aria, lo smog sarà rilevato dai cittadini
Saranno loro a posizionare i campionatori
Saranno i cittadini a monitorare la qualità dell’aria che respirano: finanzieranno l’operazione e posizioneranno i campionatori (30 euro l’uno) in giro per la città. La campagna, che si chiama «NO2, no grazie», vuole monitorare solo le molecole di biossido di azoto. La rilevazione durerà quattro settimane. Più ci saranno adesioni, più la mappa sarà completa. Le informazioni necessarie per partecipare sono sul sito di Basta veleni (https:/ /bastavelenibrescia.wordpress.com/).
Case, uffici, scuole, bar, palestre. Sono centinaia i luoghi di Brescia che l’anno prossimo potrebbero finire in una mappa dell’aria costruita dai cittadini stessi. L’obiettivo è capire che aria si respira, ogni giorno, nei quartieri della città, concentrandosi sul biossido di azoto che è prodotto soprattutto dai veicoli diesel. Saranno le persone comuni a finanziare l’operazione e a posizionare i campionatori (30 euro l’uno) in giro per la città o per la provincia. Fissandoli sui pali dei cartelli stradali o sui davanzali delle finestre.
Si tratta di «un’opera di sensibilizzazione, che ha anche l’obiettivo di far pressione sulle amministrazioni cittadine. Quella di Brescia – spiega Guido Menapace del Tavolo Basta veleni – è passiva rispetto alle decisioni della Regione. E invece il sindaco potrebbe fare delle ordinanze più restrittive sul traffico proprio per tutelare la salute dei cittadini».
L’iniziativa, ideata l’anno scorso dall’associazione milanese «Cittadini per l’aria», viene replicata quest’anno nel capoluogo milanese e in contemporanea a Roma, Bologna e Brescia. La campagna, che si chiama «NO2, no grazie», richiama nel nome le molecole del biossido di azoto: l’idea infatti è monitorare solo questo gas che provoca irritazioni delle mucose, asma, bronchiti, edemi polmonari ed enfisemi. Il biossido di azoto, che nuoce soprattutto a bambini e anziani, verrà rilevato per quattro settimane dai campionatori. Più ci saranno adesioni, più la mappa sarà completa. Chiunque voglia sostenere l’iniziativa dovrà versare 30 euro per le analisi e comprare i campionatori, che verranno poi distribuiti a inizio anno. Come spiegano gli organizzatori, tutte le informazioni si trovano sul profilo Facebook di Basta veleni o sul loro sito (https://bastavelenibrescia.wordpress.com/).
L’obiettivo è arrivare a 200 campionatori e si può aderire fino al 31 dicembre.
E il monitoraggio? Inizierà verso la fine di gennaio: verrà fatto per quattro settimane, poi i campionatori («sigillati») verranno inviati in alcuni laboratori di Milano.
Il periodo non è scelto a caso: nel gennaio 2017, la Pianura padana fu avvolta da una coltre di smog, tanto che a Brescia (Villaggio Sereno) si raggiunsero i 173 microgrammi (limite di legge 50). La preoccupazione dei cittadini sta crescendo, soprattutto sul fronte della salute.
«Vediamo un’immobilità totale su questi temi — dice Guido Menapace — Il piano regionale per l’aria, così com’è, risulta inefficace e inutile».
È vero che il Nord Italia è tra le aree orograficamente più penalizzate, ma il peso del traffico veicolare è riconosciuto in tutta Europa come una delle principali fonti emissive. E i diesel inquinano più di altri motori. Ecco perché da più parti si chiedono maggiori restrizioni al traffico, seppur impopolari. A smuovere Regione Lombardia su questi temi ci ha provato «Cittadini per l’aria», che a febbraio ha promosso un ricorso al Tar con l’aiuto degli avvocati inglesi di ClientEarth, già vincitori di una causa sugli stessi temi a Dusseldorf (Germania). Ora anche Brescia pretende un cambio di rotta.