Stefani si racconta attraverso libri e oggetti con echi mitteleuropei
Più che racconti, con format e traiettoria consueti, sono pensieri ricorsivi, topografie dell’anima, incursioni nella dispensa della memoria, frame esperienziali rimasti a lungo nel cassetto fino a diventare cristalli di rocca. Con Prosa in pezzi.
Miscrostorie (La Quadra, pp. 142, euro 15) — titolo di rara pertinenza e bellezza — Umberto Stefani ci consegna una silloge di scritti
handmade, che sanno di inchiostro, di bottega, di parole coltivate, eseguite con sapere artigianale a pezzo: questa la sfumatura contemplata che impreziosisce il significato. È un caleidoscopio, quello di Stefani, di sguardi e emozioni dei minimi sistemi della quotidianità, di cioccolatini filosofici, descritti con la lucidità del disincanto o il tocco della surrealtà. Un vecchio col bastone di sostegno che ritrova il guizzo infantile e birichino dopo aver rinvenuto una lattina di bevanda yankee non completamente vuota nel cestino portarifiuti, quasi a dimostrare che in certe età della vita, giorno e notte, umano e non umano si confondono. Una gita a Vienna, città-museo di un passato ormai sotto vetro. Un uomo che spedisce al mare moglie e figlio per ritrovare «quell’intima misura del pacato ragionar per proprio conto», leggasi beata solitudine, e si accorge che non si può «pensare qualcosa se non in funzione di qualcos’altro», che l’utilità, cui ci educa la vita, confligge con la libertà. Di sapore molto teatrale, nel suo umanesimo resistente, il divertente monologo che l’autore dedica al totem Thomas Bernhard e che immagina affidato alla recitazione di Bruno Ganz (o magari Bernhard Minetti): qui il protagonista si ribella alle pastoie di una controversia legale ed economica, rendendo onore al genio di Bohumil Hrabal. E allo scrittore ceco è dedicato anche l’amarcord di un viaggio a Praga, in cui Hrabal ricambia il dono di un panettone con una foto che lo ritrae insieme a Milos Forman. Da menzionare anche il pezzo su quel quadro scandaloso di Gustave Courbet, L’origine del mondo, in cui la natura femminile senza veli parla di vertigini paniche, di venute al mondo e amori inebrianti: una sorta di energia primordiale che genera l’universo. Ma forse le pagine più intime e calde sono quelle che parlano di libri (Stefani ha diretto la libreria L’Ulisse, indimenticato angolo di Mitteleuropa a Brescia), di librerie, del suo «canone occidentale», dei suoi oggetti. I libri e gli oggetti ci sanno raccontare come nessuno mai.
Il libro di Umberto Stefani Prose in pezzi sarà presentato domani, giovedì 7 dicembre, alle ore 18 in AAB in vicolo delle Stelle 4. Con l’autore Tino Bino e Carlo Simoni