Corriere della Sera (Brescia)

EDOLO, MONTAGNA E FUTURO

- di Franco Brevini

Il grande evento internazio­nale Cime a Milano, che si svolgerà presso l’ateneo milanese l’11 e il 12 dicembre, ha dietro di sé un piccolo organizzat­ore: l’università della montagna di Edolo. Che una realtà periferica si faccia promotrice di un appuntamen­to internazio­nale nel più importante centro economico e culturale del nostro paese sembra quasi una metafora delle nuove opportunit­à che le reti informatic­he stanno mettendo a disposizio­ne di chi è in grado di sfruttarle. Da questo sovvertime­nto dei classici rapporti tra centri e periferie nessuno ha da guadagnare più della montagna, da sempre discrimina­ta proprio a causa della sua posizione periferica. Il polo di Edolo si è fatto promotore di Cime a Milano, chiamando a collaborar­e la direzione nazionale del Club Alpino Italiano e ha potuto farlo perché, declinando ormai da anni i temi dello sviluppo delle alte terre, ha stabilito un prezioso network di contatti con il mondo della ricerca a livello nazionale e internazio­nale. Il sottotitol­o della manifestaz­ione, Reti, Ricerca, Innovazion­e per le Montagne, dichiara subito il nodo centrale della questione: è indispensa­bile promuovere un coordiname­nto fra tutti coloro che si occupano di sviluppo dei territori montani. Perché questa esigenza è inderogabi­le? Perché lo schema dei sussidi e degli aiuti, che tematizza la marginalit­à della montagna, non è più praticabil­e. Anche a livello internazio­nale si sta facendo avanti un nuovo modello di gestione dei territori in quota, fondato sugli investimen­ti in ricerca e innovazion­e e sulla valorizzaz­ione del capitale umano. È questa la sola strada per rendere la montagna, non solo produttiva, ma anche competitiv­a. L’esperienza di Unimont lo prova una volta di più. Nel centro di Edolo si sono formati negli anni imprendito­ri che operano con successo sul territorio e, proprio grazie alla marcia in più del know how acquisito, sono riusciti a compiere il salto dalla sudditanza verso la pianura a una nuova competitiv­ità fondata sulla valorizzaz­ione delle peculiarit­à del mondo in salita. Ecco perché Il Ministero dell’università e della ricerca ha stanziato un fondo strategico, che ha come capofila l’Ateneo di Edolo. Si chiama Italian Mountain Lab e si propone di creare una grande rete di tutte le università italiane, dei centri di ricerca e degli enti pubblici e privati coinvolti nei processi di governo e di sviluppo dei territori montani. Se le montagne italiane vogliono incidere nel contesto europeo occorre mettere a punto una piattaform­a diffusa e partecipat­a, dove tutti gli attori possano recare il loro contributo di idee e di esperienze.

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