EDOLO, MONTAGNA E FUTURO
Il grande evento internazionale Cime a Milano, che si svolgerà presso l’ateneo milanese l’11 e il 12 dicembre, ha dietro di sé un piccolo organizzatore: l’università della montagna di Edolo. Che una realtà periferica si faccia promotrice di un appuntamento internazionale nel più importante centro economico e culturale del nostro paese sembra quasi una metafora delle nuove opportunità che le reti informatiche stanno mettendo a disposizione di chi è in grado di sfruttarle. Da questo sovvertimento dei classici rapporti tra centri e periferie nessuno ha da guadagnare più della montagna, da sempre discriminata proprio a causa della sua posizione periferica. Il polo di Edolo si è fatto promotore di Cime a Milano, chiamando a collaborare la direzione nazionale del Club Alpino Italiano e ha potuto farlo perché, declinando ormai da anni i temi dello sviluppo delle alte terre, ha stabilito un prezioso network di contatti con il mondo della ricerca a livello nazionale e internazionale. Il sottotitolo della manifestazione, Reti, Ricerca, Innovazione per le Montagne, dichiara subito il nodo centrale della questione: è indispensabile promuovere un coordinamento fra tutti coloro che si occupano di sviluppo dei territori montani. Perché questa esigenza è inderogabile? Perché lo schema dei sussidi e degli aiuti, che tematizza la marginalità della montagna, non è più praticabile. Anche a livello internazionale si sta facendo avanti un nuovo modello di gestione dei territori in quota, fondato sugli investimenti in ricerca e innovazione e sulla valorizzazione del capitale umano. È questa la sola strada per rendere la montagna, non solo produttiva, ma anche competitiva. L’esperienza di Unimont lo prova una volta di più. Nel centro di Edolo si sono formati negli anni imprenditori che operano con successo sul territorio e, proprio grazie alla marcia in più del know how acquisito, sono riusciti a compiere il salto dalla sudditanza verso la pianura a una nuova competitività fondata sulla valorizzazione delle peculiarità del mondo in salita. Ecco perché Il Ministero dell’università e della ricerca ha stanziato un fondo strategico, che ha come capofila l’Ateneo di Edolo. Si chiama Italian Mountain Lab e si propone di creare una grande rete di tutte le università italiane, dei centri di ricerca e degli enti pubblici e privati coinvolti nei processi di governo e di sviluppo dei territori montani. Se le montagne italiane vogliono incidere nel contesto europeo occorre mettere a punto una piattaforma diffusa e partecipata, dove tutti gli attori possano recare il loro contributo di idee e di esperienze.