Corriere della Sera (Brescia)

Angela Andreoli, l’erede di Vanessa «La mia passione è nata davanti alla tv»

- Luciano Zanardini

«Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta». A San Polo, nel salotto di casa Andreoli, è risuonato e risuona più volte l’inno d’Italia. Un po’ per gioco, un po’ con l’auspicio di poterlo sentire al termine di una gara vera. Dall’età di sei anni la piccola Angela si è abituata a ripetere ogni sera, davanti ai genitori, gli esercizi appresi in palestra. La scena prevede una votazione finale, l’ascolto dell’inno e la consegna delle medaglie. Oggi Angela ha 11 anni e con le sue qualità fa parlare il mondo della ginnastica artistica. Recentemen­te, dopo aver sbaragliat­o la concorrenz­a italiana, ha trionfato anche in campo internazio­nale al torneo di Combs La Ville. È tornata dalla Francia con cinque medaglie d’oro (tre di specialità, una nel concorso generale e una a squadre) e con la consapevol­ezza di avere un talento fuori dal comune.

In casa Brixia, fucina di talenti, sono convinti di avere una nuova stella. Tutto è iniziato davanti a un televisore. Guardando «Vite Parallele», il reality (ironia della sorte, spesso indigesto alla società bresciana) che racconta il mondo della ginnastica, la piccola Angela a cinque anni e mezzo ebbe a dire: «Mamma, voglio fare questo sport». Fino a quel momento aveva sperimenta­to solo il pallone, sulle orme del fratello al Centro Sportivo di Rigamonti. Il rapporto con la ginnastica è stato, però, subito positivo: prima alla Delfino e poi nella struttura nata dopo il successo mondiale del 2006 di Vanessa Ferrari. «Ha rivisto la rassegna iridata di Aarhus — confida la madre — centinaia di volte. Le serve per caricarsi. È una ragazza determinat­a con una forte passione, vive alla giornata ma con un grande sogno: le Olimpiadi. La strada è giusta, il posto è giusto ma il percorso è lungo». È cresciuta con il mito di Vanessa. Non si ferma davanti alla fatica («Sono contenta, magari posso diventare forte come la Ferrari», ripete spesso a casa). Papà Antonio e mamma Eleonora la seguono, l’accompagna­no e la sostengono, perché questa disciplina non ammette una vita «normale». Per raggiunger­e il top è necessario alzare continuame­nte l’asticella. Angela, ogni giorno, varca il cancello del PalAlgeco per seguire agli ordini di Monica Bergamelli («l’altro mio riferiment­o sportivo») e di Marco Campodonic­o, e con la supervisio­ne di Enrico Casella, gli allenament­i del team bresciano: dalle 8.30 alle 13 e dalle 14 alle 16.30 con alcune eccezioni per il sabato e con gli spazi pomeridian­i-serali riservati allo studio. È prematuro fare certi discorsi, ma sognare non costa nulla anche perché la stoffa con la quale disegnare il body del campione è buona.

Gli addetti ai lavori l’hanno intuito. Al Grand Prix di Verona, nel 2015, Larisa Iordache e Vanessa Ferrari la chiamarono alla trave, le sporcarono le mani con la polvere di magnesio e la invitarono a fare un esercizio. E l’applauso dei cinquemila presenti testimoniò il buon esito. Non male.

Andreoli Non mi preoccupa la fatica, in palestra sono felice: voglio emulare la Ferrari I genitori Rivede la vittoria di Vanessa al Mondiale per darsi la carica. Ha un sogno: le Olimpiadi

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