La montagna disincantata
La rassegna inizia stasera al Nuovo Eden con «Sami Blood»
La montagna è seria, perché è maestosa e impone rispetto in chi la ama. Può del resto esistere un amore senza rispetto? Brescia Winter Film 2017 ritorna per l’ottava edizione (sottotitolo: «Le otto montagne».Un omaggio a Cognetti?) sulla scorta di una devozione che è anche una filosofia, sottolineando che non è uno dei tanti festival, ma una season. L’inverno del titolo è infatti una stagione, sempre meglio chiamare le cose con il loro nome. Attorno a Davide Torri, direttore, troviamo l’organizzazione di Gente di montagna con il sostegno di Aku e con il partenariato de Il Capannone e Tra le nuvole.
Da oggi all’11 gennaio al centro dell’attenzione di Brescia Winter Film sarà l’avventura e la vita della montagna. Argomento a largo spettro, perché implica temi diversi: natura, società, economia, turismo, alpinismo, ecologia, sport e conflitti. Sarà un film svedese a inaugurare stasera al Nuovo Eden la rassegna, «Sami Blood» («Sangue Sami», 2016) di Amanda Kernell. Un’opera che ha l’innegabile merito di portare alla ribalta una pagina di storia non solo poco nota, anche insospettabile. Non c’è del marcio solo in Danimarca, come ha scritto il Bardo. Anche la progressista e democratica Svezia ha i suoi cadaveri nell’armadio. E se gli innumerevoli gialli scandinavi ci hanno parlato dei legami pericolosi con il nazismo, questa volta il dito è puntato contro il razzismo, l’intolleranza etnica, una sorta di colonialismo interno. La vicenda è ambientata negli anni ‘30. Elle Marja, 14 anni, è una ragazza che appartiene ad un’antica comunità Sami stanziata nel profondo Nord scandinavo, ceppo lappone, votata prevalentemente all’allevamento delle renne. I Sami hanno una loro lingua, ma sono privi di uno Stato autonomo e di una identità nazionale (avete presente i Curdi?). Elle Marja va ad una scuola riservata solo ai Sami, deve imparare lo svedese, deve sottostare a umilianti esami medici e misurazioni antropometriche in stile lombrosiano per certificare la sua razza, è continuamente oggetto di discriminazioni e oltraggi. I Sami sono sconsigliati addirittura ad uscire dalla loro riserva, dal loro ghetto, perché considerati umanità inferiore. Elle Marja non intende però essere «un animale da circo», vuole studiare e perfezionare il suo riscatto. Il film, a struttura circolare e raccontato in un lungo flashback, ce la presenta ormai anziana, quando in occasione del funerale della sorella, è costretta a ritornare sui luoghi della sua infanzia e a riconciliarsi con il suo passato. Un film intenso e rivelatore.
Circa quaranta sono le opere proposte da Brescia Winter Film, molte anteprime italiane, alcune anteprime europee. Alle ore 20 al Nuovo Eden si inaugura la mostra «Il popolo del freddo» di Andrea Zampatti con aperitivo montanino. Segue la proiezione del film, che replica poi venerdì (ore 18), sabato (ore 18), domenica (ore 21) e lunedì (ore 17). Gradita la prenotazione: gialdini.it/bwf.
Il film di apertura racconta una storia di discriminazione in una riserva lappone