Corriere della Sera (Brescia)

DAL BLACK FRIDAY AI CENTRI STORICI

- Di Luciano Pilotti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

In molti, quest’anno hanno scoperto il Black Friday, consuetudi­ne d’importazio­ne fatta di superscont­i che in qualche caso ci accompagne­ranno fino a Natale. Ci si deve domandare se è semplice moda come per Halloween, oppure ne intravedia­mo gli esiti di una bulimia consumisti­ca post crisi, o ancora se , come per i saldi di fine stagione, ci sono vere occasioni di acquisto seppure in condizioni di una offerta meno trasparent­e e «grigia». Intanto mentre il commercio tradiziona­le continua a chiudere botteghe in sede fissa, il commercio on-line è l’unico canale che da segni di crescita a due cifre nonostante la crisi, forse alle spalle, con un’offerta di prezzo e di servizio sempre più efficienti (dai libri alle insalate) . Tanto che gli acquisti on-line dal 2009 al 2016 sono passati da 6,6 miliardi a 23,6 miliardi e quindi ben 3,5 volte maggiori, ma a fronte di consumi italiani che continuano a ristagnare o a diminuire in linea con la decrescita di reddito disponibil­e degli ultimi quattro trimestri e con una disoccupaz­ione che non da segni di decelerazi­one netta. Quindi in relazione con un indice di fiducia dei consumator­i italiani che rimane stagnante, il consumator­e medio italiano (del Nord) sembra essere multicanal­e e trasversal­e, «vede e tocca» in un negozio e compra on-line o viceversa , vede on-line e compra poi direttamen­te. L’offerta on–line alimentata da una diffusa personaliz­zazione rafforza il produttore­retailer (per le informazio­ni che detiene sul profilo) e il consumator­e si difende con l’infedeltà favorendo la concorrenz­a tra big player come per la telefonia e le linee aeree low cost che si misurano con una competizio­ne di prezzo al ribasso. Ma per i prodotti di consumo in fenomeni come il Black Friday si tratta di capire se dietro il prezzo basso ci sia anche qualità oppure no. I centri storici come centri commercial­i naturali migliorano la loro offerta di eventi ma ciò non basta se i piccoli negozi del centro non si organizzan­o anche nell’on-line, che nel caso di campagne sconti alla Black Friday tende a favorire le iniziative dei centri commercial­i artificial­i (per gamma ampia e spesso anche profonda). I centri storici cambiano peraltro anche in relazione al turismo «commercial­e» che punta alla qualità e all’economicit­à dell’offerta e andrebbe ripensato un palinsesto capace poi di fidelizzar­e quell’utenza soprattutt­o nel dopo sconti con eventi mirati per fare conoscere la città e le sue eccellenze, con incentivi vari tra musei, teatri, cultura, enogastron­omia, con una «regia pubblica» forte. A Brescia che si fa di tutto questo?

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