DAL BLACK FRIDAY AI CENTRI STORICI
In molti, quest’anno hanno scoperto il Black Friday, consuetudine d’importazione fatta di supersconti che in qualche caso ci accompagneranno fino a Natale. Ci si deve domandare se è semplice moda come per Halloween, oppure ne intravediamo gli esiti di una bulimia consumistica post crisi, o ancora se , come per i saldi di fine stagione, ci sono vere occasioni di acquisto seppure in condizioni di una offerta meno trasparente e «grigia». Intanto mentre il commercio tradizionale continua a chiudere botteghe in sede fissa, il commercio on-line è l’unico canale che da segni di crescita a due cifre nonostante la crisi, forse alle spalle, con un’offerta di prezzo e di servizio sempre più efficienti (dai libri alle insalate) . Tanto che gli acquisti on-line dal 2009 al 2016 sono passati da 6,6 miliardi a 23,6 miliardi e quindi ben 3,5 volte maggiori, ma a fronte di consumi italiani che continuano a ristagnare o a diminuire in linea con la decrescita di reddito disponibile degli ultimi quattro trimestri e con una disoccupazione che non da segni di decelerazione netta. Quindi in relazione con un indice di fiducia dei consumatori italiani che rimane stagnante, il consumatore medio italiano (del Nord) sembra essere multicanale e trasversale, «vede e tocca» in un negozio e compra on-line o viceversa , vede on-line e compra poi direttamente. L’offerta on–line alimentata da una diffusa personalizzazione rafforza il produttoreretailer (per le informazioni che detiene sul profilo) e il consumatore si difende con l’infedeltà favorendo la concorrenza tra big player come per la telefonia e le linee aeree low cost che si misurano con una competizione di prezzo al ribasso. Ma per i prodotti di consumo in fenomeni come il Black Friday si tratta di capire se dietro il prezzo basso ci sia anche qualità oppure no. I centri storici come centri commerciali naturali migliorano la loro offerta di eventi ma ciò non basta se i piccoli negozi del centro non si organizzano anche nell’on-line, che nel caso di campagne sconti alla Black Friday tende a favorire le iniziative dei centri commerciali artificiali (per gamma ampia e spesso anche profonda). I centri storici cambiano peraltro anche in relazione al turismo «commerciale» che punta alla qualità e all’economicità dell’offerta e andrebbe ripensato un palinsesto capace poi di fidelizzare quell’utenza soprattutto nel dopo sconti con eventi mirati per fare conoscere la città e le sue eccellenze, con incentivi vari tra musei, teatri, cultura, enogastronomia, con una «regia pubblica» forte. A Brescia che si fa di tutto questo?