Radiologia, progetto milionario
La riforma e l’orgoglio dei medici: «Torniamo a stare vicino ai nostri pazienti»
Un progetto e una raccolta fondi per ristrutturare e ampliare la radiologia pediatrica del Civile. Costo del progetto: 1 milione 500 mila euro circa. «Si tratta di un intervento fondamentale nella diagnostica, soprattutto per le malattie oncologiche». Mentre il presidente dell’Ordine dei medici, Ottavio Di Stefano, precisa il ruolo dei dottori di medicina generale e la necessità di tornare ad ascoltare i pazienti.
Ristrutturare e ampliare la radiologia pediatrica dell’ospedale Civile con l’inserimento di nuove apparecchiature. «Contiamo di attivare il nuovo reparto entro 12 mesi», spiega il direttore generale Ezio Belleri. Costo del progetto: 1 milione 500 mila euro circa. Cifra importante, ma non ci si perde d’animo grazie al supporto di molte realtà d’ispirazione sociale e imprenditoriali della provincia di Brescia. «Si tratta di un intervento di modificazione storica della radiologia che risulta fondamentale nella diagnostica, soprattutto per le malattie oncologiche», precisa Maria Pia Bondioni, direttore responsabile del reparto pediatrico il cui fulcro diventerà un nuovo macchinario per la risonanza magnetica, ad uso esclusivo pediatrico.
A coordinare le forze a supporto del progetto c’è la Zebra Onlus. Con Ail, (l’Associazione Italiana contro le leucemie e i linfomi), si è pensato al finanziamento della parte strutturale. «Oltre alla stanza in cui sarà installata la nuova risonanza, ne saranno realizzate altre accessorie per l’accoglienza, l’anestesia e il risveglio dei piccoli pazienti». Ambienti che devono essere realizzati e attrezzati ad hoc con allestimenti specifici. «Servono un defibrillatore, un ventilatore e una pompa di infusione dei farmaci, oltre a barelle e appositi carrelli. Senza questa strumentazione non si può pensare di avviare il reparto», spiega ancora Bondioni. E anche per queste necessità Zebra Onlus ha lanciato un nuovo appello, trovando il sostegno di Rotary Club Valle Sabbia Centenario e il patrocinio di Aib, Associazione Artigiani e Apindustria Brescia.
«Quest’anno proponiamo la terza edizione di Sogno di Natale, la cena di raccolta fondi attraverso la quale speriamo di riuscire a sensibilizzare più gente possibile ai problemi e alle necessità dell’ospedale», spiega Giovanni Pasini, presidente del Rotary che ha tra i suoi obiettivi la prevenzione e la cura delle malattie materno infantili. Per realizzare il sogno l’appuntamento è fissato per venerdì al Mo.Ca di via Moretto in città, dove a fare gli onori di casa sarà Luisa Corna. Tutti i riferimenti per la prenotazione sono reperibili sulla pagina Facebook della Zebra Onlus. Quota minima di partecipazione: 75 euro da versare nell’apposito fondo costituito dalla Fondazione Civiltà Bresciana. Ma più l’offerta sarà generosa e più si darà concretezza al progetto.
«Al momento sono in fase di ultimazione i passaggi formali per il rilascio delle autorizzazioni a costruire da parte del Comune di Brescia», precisa Belleri mostrando un’immagine cui ci si potrebbe ispirare per rendere l’ambiente a misura di bambino. Pareti trasformate in un cielo stellato e un macchinario per la risonanza che sembra un’astronave. Mitigare l’impatto emotivo nei piccoli pazienti risulta fondamentale. «Ci occupiamo di una fascia d’età che va dagli zero ai 15 anni. Per molti di loro, soprattutto per i più piccoli, è prevista la sedazione e dobbiamo essere attrezzati su tutti i fronti», afferma Bondioni.
Il reparto, già unico presidio di riferimento per il nord est della Lombardia, una volta completato, andrà a inserirsi tra le eccellenze italiane della sanità pediatrica.
Da gennaio sono state eseguite 700 risonanze magnetiche «body» e altrettante neurologiche. Non senza disagi, visto che attualmente ci si appoggia alla risonanza magnetica degli adulti, in un’altra area dell’ospedale. «Il nostro intento principale — puntualizza Belleri — è quello di evitare ai pazienti e ai genitori che li accompagnano, ma anche al personale che li assiste, lunghi spostamenti da un reparto all’altro. Con un’apparecchiatura dedicata (alla quale si aggiungerà anche una Tac finanziata dalla Regione) si potrebbero accorciare i tempi di attesa e aumentare le prestazioni».
Ottenuto il via libera per l’ampliamento strutturale (atteso a breve), si prevede di completare i lavori in otto mesi al massimo. «Nel frattempo ordineremo tutti i macchinari per poterci ritrovare qui tra dodici mesi ad avviare ufficialmente l’attività del reparto», conclude Belleri.