SuperDowHome, il suono rurale degli ultimi due eroi del blues
Quando un musicista professionista suona da una vita, ogni progetto artistico, per quanto azzardato e originale, non nasce solamente dal caso e i particolari vengono curati nei dettagli. Si può iniziare quasi per gioco, ma se la cosa funziona è perché i protagonisti giocano seriamente. Probabilmente è il caso dei SuperDowHome, duo nato nel 2016 composto da Henry Sauda alla voce cigar box diddley Bow e lap steel, e Beppe Facchetti alla cassa, rullante, low-boy e crash. La coppia si esibirà a Natale alle 22, presso la Latteria Molloy di Brescia (5 euro), per presentare i loro nuovissimo album «Twenty-four days». I SuperDowHome apriranno lo show dei Gangsters e Beppe Facchetti suonerà in entrambe le formazioni. Abbiamo chiesto al batterista bresciano com’è nata l’idea del duo-blues. «Io e Henry lo scorso anno abbiamo sperimentato suoni originali per ottenere una soluzione definita per registrarla così com’è venuta, cercando di prendere spunto da Seasick Steve e Scott H. Biram. La cosa ci piaceva e in aprile è uscito il primo ep eponimo co-prodotto da Marco Franzoni e registrato al Bluefemme Stereorec, lanciando i due singoli
Can’t Sweep Away e Booze Bloodhound». In definitiva il vostro progetto è piaciuto. «Ci stiamo prendendo delle belle soddisfazioni, considerato che abbiamo suonato in alcuni importanti festival. Abbiamo cercato di creare atmosfere blues mettendoci del nostro in una chiave originale». Non è semplice coinvolgere le grandi folle nell’immortale universo del blues. «Me ne rendo conto. Però questo genere mi mette e a mio agio. Cerchiamo di offrire i suoni del blues rurale contaminato da rock’n’roll, country, folk e punk».