Fine legislatura, corsa ai seggi
Undici parlamentari su venti pronti a ricandidarsi. Il bilancio dei bresciani a Roma
Imminente lo scioglimento delle Camere e via ai giochi per le ricandidature. Undici parlamentari su 20 pronti a ripresentarsi. Intanto ecco un bilancio dell’attività a Palazzo Madama e a Montecitorio degli eletti bresciani.
C’è chi ha chiesto una legge per il riconoscimento del naturismo come una pratica turistica da sostenere con il pensiero, probabilmente a chi d’estate prende il sole come mamma l’ha fatto al riparo della Rocca di Manerba.
C’è chi, invece, ha chiesto il riconoscimento professionale dell’operatore Shiatsu e chi ha invocato una sepoltura adeguata a norma di legge per i bimbi mai nati.
C’è chi ha dato il meglio di sè nelle interpellanze, interrogazioni e ordini del giorno e chi ha preferito la retroguardia con pochi interventi in aula, zero progetti di legge presentati, interpellanze e ordini del giorno da contare sulle dita di una mano o quasi. Anche questa è politica.
È tempo di bilanci per i venti parlamentari bresciani che siedono alla Camera dei Deputati (15) e al Senato della Repubblica (5), una pattuglia folta che difficilmente, con la nuova legge elettorale potrà bissare l’exploit della legislatura (la diciassettesima, iniziata il 15 marzo 2013). Non c’è solo il metro dell’assiduità in aula e della presenza alle votazioni per misurare quanto hanno fatto i parlamentari bresciani a Roma, ma anche le proposte e i disegni di legge presentati (come primi firmatari, giusto per valutare quanto uno sia propositivo e non si limiti ad assecondare iniziative altrui), le interrogazioni, gli interventi in aula e in commissione. Un lavoro che denota non solo le inclinazioni personali e professionali (chi è avvocato, ad esempio, ha mostrato maggiore sensibilità ai temi della giustizia) o di partito, ma anche la provenienza da un territorio con qualche criticità (l’ambiente sopra tutto). Spetta ad esempio a Davide
Caparini (Lega Nord), deputato di lungo corso (è già alla sua quinta legislatura) il primato bresciano di proposte di legge presentate alla Camera dei deputati: 17 progetti da primo firmatario, alcuni dei quali legge costituzionali che nelle intenzioni del parlamentare camuno avrebbero dovuto incidere, ad esempio, sull’ammissibilità dei referendum abrogativo in tema di leggi tributarie, sulla composizione di Camera e Senato. Abbandonata la proposta di far diventare la Valcamonica una provincia (un “must” delle precedenti legislature di Caparini) non mancano le proposte di agevolazione del territorio d’origine con leggi di riordino dei bacini imbriferi montani o con «Disposizioni temporanee in materia di rilascio di concessioni di derivazione d’acqua per uso idroelettrico nella Val Camonica». Tra le proposte di legge anche la regolamentazione della prostituzione, l’abolizione del canone Rai (tema caro al parlamentare che già in passato fu nella commissione di vigilanza). Da parlamentare dell’opposizione, anche se i suoi interventi in aula e commissioni sono stati poco più di un centinaio, ha bombardato il governo e i colleghi deputati (altro piccolo record) con 158 tra mozioni, interrogazioni e interpellanze e 238 ordini del giorno.
Caratteristica che lo accomuna anche all’altro compagno di partito Stefano Borghesi alla sua prima esperienza a Montecitorio. Di proposte di legge come primo firmatario non ne ha fatte, ma ha presentato 94 interrogazioni e interpellanze e 87 ordini del giorno. Abbastanza attivo anche in aula e commissione per essere un nuovo entrato: quasi 200 interventi tra commenti a proposte di legge e prese di posizione di altro tipo.
Rimanendo all’opposizione di Centrodestra, Forza Italia non ha particolarmente brillato per attivismo. Mariastella Gelmini (tre legislature alle spalle e trascorsi da ministro) ha presentato sei proposte di legge che spaziano dalla riforma della scuola superiore alla legittima difesa, ma solo 28 mozioni e 11 ordini del giorno, mentre gli atti della Camera alla voce “Interventi in aula e in commissione” portano solo una settantina di documenti.
Ha fatto peggio un altro veterano di Montecitorio di Forza Italia Giuseppe Romele (alla quarta legislatura). Agli atti della Camera numeri impietosi: zero proposte di legge da primo firmatario, 7 interpellanze, 4 ordini del giorno e meno di 30 interventi in aula e commissione degni di essere messi a verbale.
Ma le elezioni del 2013 avevano portato a Roma molte facce nuove. Come si sono comportate alla prova dell’aula? Qualcuno è stato più timido (forse frenato dal fatto di essere in maggioranza), altri più esuberanti (sia negli interventi in aula che nella produzione documentale), nel complesso hanno dato prova di un certo attivismo.
Iniziamo dalla pattuglia dei Cinque Stelle, con un Giorgio
Girgi Sorial, 34 anni, che ha depositato cinque proposte di legge (sua quella per il riconoscimento professionale dell’operatore di shiatsu), 219
Qualcuno ha chiesto il riconoscimento del naturismo, altri degli istruttori shiatsu Le opposizioni più loquaci e più solerti con interrogazioni e ordini del giorno
mozioni e 35 ordini del giorno, intervenendo in aula e commissione a vario titolo per quasi 300 volte (alcune sue sfuriate in aula sono state pure molto cliccate in rete). L’ambiente è stato invece uno dei cavalli di battaglia di Ferdinando Alberti. Una delle sue cinque proposte di legge tratta proprio della situazione bresciana. Un centinaio di interventi e altrettante mozioni e ordini del giorno completano il suo «diario» parlamentare.
Tatiana Basilio (2 proposte di legge) , invece, ha chiesto pure l’istituzione di una commissione di inchiesta sui militari malati nelle missioni all’estero accanto a 150 interrogazioni e quasi 40 ordini del giorno accompagnati da circa 130 interventi in aula e commissioni. A chiudere la pattuglia grillina Claudio Cominardi che ha concentrato le sue 6 proposte di legge su lavoro e call center: per lui oltre 100 gli ordini del giorno e le interrogazioni e oltre 200 gli interventi. In casa Pd Miriam Cominelli ha chiesto con una proposta di legge l’introduzione dell’indice di pressione come criterio per concedere l’apertura di una discarica, limitando ad una quarantina gli ordini del giorno e le interrogazioni e ad una trentina gli interventi in aula e commissione. Ad Alfredo Bazoli, avvocato di professione, ha chiesto con uno dei suoi due progetti di legge presentati la consegna di una copia della Costituzioni ai neo-diciottenni. All’attivo 10 interrogazioni e 4 ordini del giorno e un centinaio di interventi in aula e commissione anche su temi importanti come la riforma del diritto fallimentare. Nessun progetto di legge, invece, per Marina Berlinghieri, ma 16 tra interrogazioni e ordini del giorno e poco più di 130 interventi in aula e commissione. Partito come Scelta Civica e approdato al Pd, Gregorio Gitti ha presentato 6 progetti di legge (anche qui soprattutto provvedimenti di taglio economico-giuridico) 24 tra interrogazioni e progetti di legge e una 90 di interventi. Un progetto di legge per Guido Galperti, 18 tra interrogazioni e ordini del giorno e una trentina di interventi in aula e commissione. Per Luigi Lacquaniti, ora Mdp dopo essere transitato in più di un gruppo parlamentare, 5 proposte di legge (tra queste il riconoscimento del naturismo, 85 interrogazioni e ordini del giorno e circa 120 interventi in aula e commissione. A chiudere la pattuglia dei deputati Mario Sberna (ora in Democrazia solidale) che ha ancorato le sue 13 proposte di legge a temi come quelli della famiglia e dei figli (compresi i bimbi mai nati) presentando 64 interrogazioni e 15 ordini del giorno e intervenendo in aula e commissione oltre 140 volte. E al Senato? Il più attivo fra tutti è stato Massimo
Mucchetti (gruppo Pd): 4 disegni di legge (uno sulle misure fiscali in tema di concorrenza digitale) e nel suo ruolo di presidente della commissione industria oltre 400 interventi in aula e commissione e parecchi ruoli da relatore. Un piccolo primato che si contende con Vito Crimi (M5S) forte di 8 disegni di legge proposti e oltre 200 interventi in aula e commissione. Per Raffaele Volpi (Lega Nord) 2 disegni di legge presentati e circa 120 interventi in aula. Paolo Corsini di Mpd, ha proposta un disegno di legge ed è intervenuto in aula e commissione quasi 200 volte. Il meno attivo a Palazzo Madama è stato Riccardo Conti (un passato da Forza Italia e un presente in Gal): parlamentare al quarto mandato non ha presentato alcun disegno di legge e ha fatto solo un’ottantina di interventi in aula in cinque anni.