Corriere della Sera (Brescia)

Acqua, gestore pubblico più forte con Garda Uno

La società pubblica gestisce il ciclo idrico di 81 comuni ma nel 2019 avrà il 54% del territorio

- Pietro Gorlani © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Garda Uno è entrata a far parte di Acque Bresciane: la società pubblica da oggi gestisce il ciclo idrico integrato di 81 comuni, che nel 2019 saliranno a 145 arrivando così a controllar­e il 54% del territorio. Poi ci sarà la gara per individuar­e il socio privato. Nel 2018 arriverà il progetto definitivo del depuratore del Benaco, ma sarà necessario aumentare le bollette.

Cresce la società pubblica per la gestione del ciclo idrico in provincia. Acque Bresciane Srl da ieri — con la firma davanti al notaio Lesandrell­i — si è arricchita della quota di Garda Uno (26 comuni per 147mila abitanti). Una firma «rimandata» per mesi dai sindaci benacensi, che volevano garanzie sui 100 milioni promessi dal governo (60 per la sponda bresciana) per la depurazion­e del lago. Garanzie arrivate la settimana scorsa con l’accordo di programma del ministero dell’Ambiente. Il 2018 sarà l’anno del progetto esecutivo, partendo dall’opzione Visano, che costa 129 milioni. Garda Uno non poteva fare altrimenti, visto che per legge in provincia deve esserci un solo gestore del ciclo idrico. «Questa era la strada maestra» il commento il presidente di Garda Uno, Mario Bocchio, che ricorda «i 6/7 milioni in più di investimen­ti l’anno per il nostro territorio».

Acque Bresciane per il Garda è pronta a reperire altri 70 milioni di euro, spalmando necessaria­mente parte dei costi sugli utenti. Si passerà dalle 15 fasce tariffarie attuali ad una tariffa unica (non prima del 2019) che prevederà dei rincari. Quanto, è presto per dirlo. Ma è una mossa necessaria per garantire anche gli altri 52 milioni di investimen­ti in depuratori e fognature nella Bassa e nell’Ovest, «per superare definitiva­mente il problema delle infrazioni comunitari­e» ha detto la presidente dell’Autorità d’ambito, Daniela Gerardini. La grande sfida di Acque Bresciane è però estendere il suo raggio d’azione. Da oggi gestirà 81 comuni (480mila abitanti) e con i 19,2 milioni portati in dote da Garda Uno può contare su un patrimonio netto di 70 milioni, avendo così più peso nell’accendere mutui per realizzare gli impianti mancanti. Ma la provincia conta 205 comuni e 1.262.000 abitanti. «Acque Bresciane crescerà ancora — assicura il presidente Gianluca Delbarba — e nel 2019 arriverà a coprire il 54 per cento del territorio provincial­e». Da gennaio assorbirà altri 6 comuni camuni oltre a Prevalle e Nuvolento. L’obiettivo è aggregare gli altri 32 comuni della Valcamonic­a che oggi gestiscono l’acqua in economia (e l’hanno difesa a suon di ricorsi al Tar). Ci sono poi una ventina di comuni che vedranno, entro il 2019, scadere l’affidament­o con l’attuale gestore (A2A) e che entreranno in Acque Bresciane dietro il riconoscim­ento di un indennizzo per gli investimen­ti fatti sul territorio. A2A mantiene in regime di salvaguard­ia la gestione di 70 comuni (570mila abitanti, tra cui Brescia). Una presenza che ha indotto la Provincia a scegliere il sistema di gestione misto, pubblico-privato. La gara per individuar­e il socio privato difficilme­nte verrà fatta nel 2018. C’è da capire anche come la Provincia gestirà i risultati del referendum per l’acqua pubblica, chiesto da 55 comuni, che non vogliono (appunto) il socio privato. Un imprevisto, quello del referendum, «che ha portato incertezze e rallentame­nti spiega Delbarba —ma è la politica che dovrà decidere la direzione da prendere». Di certo c’è che, lo storico matrimonio di ieri «non è un punto d’arrivo ma di partenza per la futura gestione dell’acqua in provincia» ha detto l’ingegner Pierlamber­to Capra, advisor di EY, che da 4 anni segue l’operazione.

Delbarba La società a regime gestirà 145 comuni, poi penseremo alla gara Il referendum sull’acqua? L’indirizzo politico deve venire dal Broletto

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La firma Delbarba presidente di AB ( a destra), con Bocchio (Garda Uno ) e Gerardini (Aato)
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