Rogo in A21, i dubbi sul ponte: se va rifatto, servono 1,5 milioni
I vertici di Centropadane puntano alla riapertura con puntelli ma temono il peggio
Puntellando l’estremità nord del cavalcavia avvolto dalle fiamme sprigionatesi nell’incidente di martedì, Centropadane giovedì spera di riaprire provvisoriamente il traffico su entrambe le carreggiate della A21. Ma sta progettando un intervento più radicale: domani arriveranno i risultati delle analisi per capire quali temperature ha rag- giunto il cemento del manufatto. Se superiori ai 600°C «converrebbe demolire il ponte e ricostruirlo» spiega il direttore di Centropadane, Alessandro Triboldi. Ma per la progettazione serviranno due mesi di tempo e «la spesa sarà di almeno 1,5 milioni», aggiunge il direttore tecnico Roberto Salvadori.
Puntellare il cavalcavia 217, sfregiato dal maxi rogo del drammatico incidente di martedì, così da permettere la riapertura della carreggiata nord dell’autostrada A-21 già giovedì. Poi andranno effettuate delle prove di carico nel prossimo weekend (la notte, ad autostrada chiusa) per scongiurare eventuali rischi di crollo. Ci sarebbe così il tempo necessario per progettare la soluzione definitiva: o interventi mirati di consolidamento del sovrappasso o la sua demolizione (che avverrebbe in due notti) e la successiva ricostruzione (che costerà almeno 1,5 milioni). È questo il disegno di massima di Centropadane, la società di gestione dell’autostrada Brescia-Piacenza (che entro mesi passerà però al gruppo Gavio). I tecnici della società «sono già al lavoro per puntellare il cavalcavia e giovedì la circolazione dovrebbe essere ripristinata» fa sapere il direttore generale Alessandro Triboldi. Ma prima di decidere qualsiasi intervento saranno fondamentali i risultati delle analisi della termocamera, effettuate per capire quali temperature siano state raggiunte sotto e dentro il manufatto. I risultati saranno disponibili domattina.
Già, perché se i primi rilievi fatti mercoledì avevano dato risultati «rassicuranti», quelli delle analisi di laboratorio ricevuti venerdì hanno invece dato l’esito opposto («potenziale serio ammaloramento delle travi»). Esito tale da rinviare l’apertura della carreggiata nord (già programmata) e mantenere così l’emergenziale salto di corsia, con i veicoli provenienti da Cremona deviati (per 1,5 chilometri) sulla corsia di sorpasso della carreggiata sud. Le ulteriori analisi dovranno definitivamente acclarare se le fiamme hanno «cotto» in più punti il calcestruzzo, dimezzandone così la resistenza strutturale. «Nelle prime ore successive all’incidente — spiega Triboldi — mi ero già espresso per una possibile demolizione e ricostruzione del cavalcavia e questa rimane un’ipotesi valida. Ma i primi carotaggi di mercoledì, fatti solo su una trave, avevano dato esiti rassicuranti. Non così quelli di venerdì. Dobbiamo però sapere se il cavalcavia è stato raggiunto da temperature di 700°C. Se qualcuno me lo certifica, imbocchiamo subito la strada della demolizione, non varrebbe la pena progettare interventi riparatori». Un concetto ripreso con anche dal direttore tecnico di Centropadane, l’ingegner Robeto Salvadori: «Nessuno ha la contezza della temperature raggiunte dal cemento del cavalcavia, anche perché l’incendio non si è sviluppato sotto il manufatto ma una quindicina di metri a nord. Certo, è stato interessato da delle vampate molto potenti ma va capito se in modo continuo od intermittente. Abbiamo infatti prove che non tutta la porzione nord del cavalcavia è stata intaccata dal fuoco. Per questo abbiamo utilizzato una termocamera particolare per caprie il grado di fessurazione. Lunedì avremo i risultati».
In base a questi risultati si farà un ragionamento sul rapporto costi-benefici, aggiunge Salvadori: vale la pena riparare un ponte che ha già 45 anni per permettergli altri 20 anni di tenuta o meglio costruirne uno nuovo con oltre 70 anni di vita davanti? «In caso di ricostruzione metteremmo un ponte di nuova generazione, ad una sola campata, senza bisogno di piloni tra le due carreggiate» ricorda Triboldi. «Le operazioni di demolizione richiederanno al massimo due notti e quelli di riposizionamento una notte» aggiunge Salvadori. Ma la progettazione non si improvvisa in pochi giorni. «Servono almeno due mesi di tempo». Probabile che ad occuparsi di quest’intervento («che costerà almeno, 1,5 milioni») aggiunge Salvadori possa essere il nuovo gestore, il gruppo Gavio, che subentrerà a Centropadane in marzo.
Logicamente la strada provinciale sp 24 che scorre sopra il cavalcavia (e che collega Poncarale a Montirone) rimarrà chiusa ancora per molto, anche se le prove di carico daranno un esito favorevole. Servono interventi ben più strutturali.