Premia l’amore per cibo e natura (non «l’erba»)
Anno nuovo, stangata nuova. Soprattutto per noi autotrasportatori, che se da un lato lottiamo per chiedere una diminuzione dei costi per poter essere competitivi, dall’altro «festeggiamo» (si fa per dire…) l’immancabile aumento delle tratte autostradali. Il Ministero dei Trasporti li chiama “adeguamenti” che derivano dalle convenzioni con le società di gestione autostradale stipulate nel 2007 e dalle delibere del Cipe del 2007 e del 2013. Ogni concessionaria autostradale, in base all’inflazione e al recupero degli investimenti avanza la sua richiesta al Mit che concede o meno l’aumento. L’intenzione del ministero è quello di premiare le compagnie autostradali che si sono comportate meglio. Sarà pur vero, ma intanto le imprese di autotrasporto merci e persone, devono confrontarsi con ulteriori balzelli che rischiano di mandare in tilt i bilanci, già risicati! Una stima di oltre 300 milioni l’anno è una «distorsione di mercato» che favorisce le concessionarie autostradali a discapito di chi utilizza le autostrade perché costretto. Gli autotrasportatori non hanno percorsi alternativi all’autostrada: i paesi sono interdetti al traffico dei veicoli pesanti, e anche se non lo fossero, le rotatorie impediscono qualsiasi manovra. L’incremento medio del pedaggio per i veicoli sull’intera rete autostradale, calcolato sulla base delle percorrenze 2016, risulterebbe essere pari al 2,74%, mentre lo scorso anno l’aumento era stato “appena” dello 0,77%. Il paradosso è che diverse concessionarie che hanno goduto degli aumenti dei pedaggi più significativi nel decennio sono anche tra quelle che risultano avere effettuato minori investimenti: allora come si giustificano questi aumenti? Il colpo è più pesante su alcune tratte del Nord. E se una nostra azienda lavora fra Piemonte e Friuli si trova con aumenti anche del 25% o del 30%. Non ci aspettavamo di certo l’aumento del 4,69% della A35 Brebemi, anche se compensato dalla scontistica del 20 per cento. Purtroppo il pedaggio dell’A35 era già altamente al di sopra delle altre concessionarie, quindi sarebbe stato più opportuno non applicare nessun aumento. Questi rincari non seguono la logica dell’inflazione, che dovrebbe essere quindi intorno all’1,2%, né tantomeno seguono le procedure contrattuali, che a quanto viene pubblicizzato sono inspiegabilmente secretate. Il Governo,insomma, ci ha fatto una bella sorpresa. Quanto mai inattesa, viste tutte le scarse contropartite nella Finanziaria 2018 per diminuire i costi aziendali. Ci ha dato poco e preso tanto.
Che c’è nel sacco della Befana? Caramelle e carbone, come vuole tradizione. Caramelle per Rocco Buffone, giovane chimico che ama la cucina e che per le sue capacità è stato scelto con altri 20 cuochi a partecipare all’edizione Masterchef 7. Auguri. Caramellina anche a Davide Pedersoli, persona legata al Cai, gentiluomo che ama la natura e gli animali: ha voluto a Breno una mostra dei grandi predatori delle Alpi che per ora sono solo visti (come prede) dai cacciatori. Bravissimo.
Dolcettino poi per il sindaco di Gambara che ha offerto la cittadinanza onoraria al vice presidente di Amazon non solo per la carriera ma in quanto figlio di gambaresi intraprendenti. Per Michele Brignani, giovane karateka ipovedente di San Gervasio ora campione continentale, una grande torta da dividere con i fans e il suo maestro Michele Zucchelli. Carbone invece per il tizio di Breno che ha creato sotto la stalla una serra con piantine di cannabis.