L’Arsenale miete elogi
L’intervento effettuato nel 1981-84 è citato come esemplare da un volume della Regione Lombardia L’epoca delle mostre e il presente
Èuscito in questi giorni il nuovo volume delle «Architetture in Lombardia dal ’45 ad oggi» che fa parte del censimento voluto dalla Regione Lombardia sui beni culturali regionali degni di nota. Nel testo alcune pagine sono dedicate all’Arsenale di Iseo, edifico storico monumentale oggetto di un impegnativo recupero e dotato di grande fascino estetico, collocato com’è al centro dell’antico nucleo medioevale del capoluogo sebino.
L’analisi e la ricerca sull’Arsenale di Iseo sono a cura dell’arch. Suriano. Si tratta di alcune pagine fitte di documentazione con molte fotografie sull’intervento di restauro e precise descrizioni sul recupero dell’edificio oltreché sulla sua storia centenaria.
La scheda, in esordio, sottolinea che «il restauro e la sistemazione dell’Arsenale di Iseo è tra i più importanti interventi moderni realizzati su un palinsesto storico». Il testo aggiunge che «il recupero edilizio avvenuto tra il 1981 e il 1984 su progetto dell’ing. Carlo Pagani, ha riportato alla luce e messo in evidenza le complesse stratificazioni architettoniche che erano state occultate dalle numerose trasformazioni e dagli adattamenti degli ultimi secoli».
Se ne narra poi la storia. L’edificio, sorto più di seicento anni fa, fu acquisito in proprietà dal Comune nel 1916, ma le sue strutture erano totalmente stravolte da decine di manomissioni.
Nell’Ottocento l’edificio era utilizzato come carcere mandamentale ( vicolo «della malinconia» si chiama, non a caso, lo stretto e affascinante percorso che lo affianca sull’alto e chiuso lato posteriore).
Poi la decisione di riuso come pretura. Il finanziamento arriverà dal ministero della giustizia retto di Mino Martinazzoli. L’ing. Pagani progetmostra terà un articolato piano di recupero che prevede anche uno spazio destinato ad attività culturali, per il quale il ministero in via straordinaria consentirà l’investimento a spese dello Stato.
Quel piccolo spazio diventerà — come descrive, in un preciso dettaglio antologico, la scheda del volume — uno strumento di cultura e di ricerca figurativa inaugurato nel settembre 1984 con una di Arturo Tosi cui seguirà, scrive la nota, «una lunga serie di esposizioni che hanno reso questo luogo unico nel panorama culturale bresciano». Il volume prosegue ricordando «le mostre di Raffaele De Grada, Piero Marussig, Achille Funi, Carlo Carrà, Mario Sironi, Antonio Sant’Elia, Lucio Fontana, Ubaldo Oppi, Giorgio Morandi, Felice Casorati, Francisco Goya, Giovanni Fattori». Abolita la pretura negli anni duemila l’Arsenale è divenuto sede del Comune e poi, da pochi anni, l’intero edificio è stato assegnato alla Fondazione dell’Arsenale con un bilancio modesto, in attesa di un progetto generale e unitario di riordino dell’organizzazione culturale frammentata oggi in varie sedi monumentali locali cui sta lavorando il sindaco di Iseo Riccardo Venchiarutti.
Le schede del volume sono accompagnate da una rigorosa documentazione tecnica acquisita dall’archivio dell’ing. Carlo Pagani. E, non fosse altro che per questa straordinaria classificazione lombarda, Iseo dovrebbe dedicare all’Arsenale maggiori energie ed un qualche orgoglio.