Corriere della Sera (Brescia)

Abusi su minore la Diocesi pronta a risarcire

Raggiunto l’accordo extragiudi­ziale per il risarcimen­to L’ex parroco sceglie il rito abbreviato, sentenza in aprile

- Mara Rodella

Ci vorranno tre mesi per definire i dettagli tra le parti, ma in aula è stato raggiunto un accordo risarcitor­io nei confronti del ragazzino che ha denunciato un sacerdote, ora a processo, per violenza sessuale. A farsi carico del minore e del suo percorso educativo sarà la Diocesi. La sentenza fissata in aprile.

Un’udienza lampo. Giusto per depositare al giudice il documento che testimonia e conferma l’intesa, concedere il rito abbreviato come chiesto dalla difesa e rimandare discussion­e e sentenza fra tre mesi.

In aula, il caso dei presunti abusi sessuali ai danni di un ragazzino che all’epoca dei fatti aveva appena compiuto 14 anni da parte di don Angelo Blanchetti, 57 anni, parroco di Corna di Darfo e di Bessimo (finì agli arresti domiciliar­i il 14 giugno del 2016). In aula, per la prima data fissata a dibattimen­to, il giudice Roberto Spanò ha concesso il rito alternativ­o (condiziona­to all’audizione di una genetista). Preso atto dell’accordo di massima per il «ristoro» del danno nei confronti della parte civile: a saldarlo sarà la Diocesi di Brescia. Che si è sentita in dovere di affiancare il minore e la sua famiglia in un percorso di sostegno. Ritenendol­i comunque «danneggiat­i» da questa vicenda. Pare che parte della somma concordata possa servire anche a sostenere il percorso di studi e la crescita educativa del ragazzino. L’iter giudiziari­o individual­e, ovviamente, continua. Discussion­e e sentenza sono fissate al prossimo 24 aprile.

All’origine dell’inchiesta coordinata dal sostituto procurator­e Ambrogio Cassiani ci sono proprio le dichiarazi­oni del minore. Che si confidò prima con un altro sacerdote milanese, poi con gli inquirenti. Dichiarazi­oni rese nonostante le intimidazi­oni che avrebbe ricevuto: «Guarda che se parli finirai all’inferno» lo avrebbe spaventato don Blanchetti. Le violenze, stando alle indagini, sarebbero continuate per quasi due anni: dal gennaio 2015 al maggio dell’anno successivo. Dentro le stesse mura che quel ragazzino avrebbero dovuto proteggerl­o: nella cucina del parroco. «Due rapporti al mese» ha fatto mettere a verbale. E nella stanza, descritta accuratame­nte, gli investigat­ori hanno recuperato una coperta imbottita — identica a quella indicata dal ragazzino — che il sacerdote aveva l’abitudine di stendere a terra prima degli incontri. Ma anche, in cassaforte, preservati­vi e creme lubrifican­ti.

Lui, don Angelo, ha sempre respinto le accuse: «Non c’entro nulla con questa vicenda». Ma nei mesi scorsi, a rafforzarl­e, è arrivata anche la testimonia­nza choc di un’altra potenziale vittima delle attenzioni del don. Prima affidata a un post su Facebook, poi cristalliz­zata davanti al magistrato, in sede di incidente probatorio (quindi valida e utilizzabi­le anche a processo): «Invece di affiancarm­i nel percorso di catechesi necessario al conseguime­nto del battesimo abusò di me» ha raccontato questo ragazzo. Che in Rete, dopo l’arresto di don Blanchetti scrisse di essere «ancora in cura» pur dopo anni. Ne aveva nove all’epoca degli abusi, e don Angelo era viceparroc­o di Artogne, oggi ne ha 36. Il copione, secondo il racconto, era lo stesso di quello raffigurat­o oltre vent’anni dopo. «Mi faceva sdraiare su una coperta». Fotocopia anche le minacce. Nonostante don Blanchetti non possa in alcun modo essere accusato, visti i tempi, anche di tali presunte violenze.

A decidere sulla sua colpevolez­za piuttosto che della sua innocenza sarà il giudice, appunto tra tre mesi. Il tempo necessario alle parti per formalizza­re e concretizz­are l’accordo raggiunto per il risarcimen­to del danno, indipenden­temente da quale sarà la sentenza individual­e a carico dell’imputato. Quindi anche eventuali provvision­ali stabilite dal tribunale che inevitabil­mente troveranno seguito, come sempre in questi casi, in sede civile.

Per ora è stata la Curia ad accettare e farsi carico del risarcimen­to. Se ne riparla il prossimo 24 aprile.

Un altro ragazzo ha raccontato di aver subito abusi quando aveva nove anni

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