Corriere della Sera (Brescia)

Il lato oscuro della Rivoluzion­e Il professor Mascilli Migliorini è il primo ospite di una serie di incontri sulla Storia organizzat­i dal Massimo cittadino con l’editore Laterza

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Carlo Marx ha scritto che le rivoluzion­i sono le locomotive della storia. Va da sé poi che ogni tratta dell’umano cammino preveda stazioni, biglietti di andata e a volte di ritorno. Si intitola «Rivoluzion­e!» il nuovo ciclo di lezioni di storia organizzat­o da fondazione del Teatro Grande in collaboraz­ione con la Casa editrice Laterza. Un tema, politico per antonomasi­a, che appassiona e divide, perché le rivoluzion­i non sempre fanno filotto («Un brusco passaggio da una forma di malgoverno a un’altra», annotava Ambrose Bierce, aforista tra i più velenosi), d’altronde al momento non esistono altri metodi infallibil­i per collaudare utopie e cambiament­i radicali.Sei gli appuntamen­ti al Grande con altrettant­i storici di rango accademico. La lezione inaugurale — domani, ore 11 — sarà tenuta dal prof. Luigi Mascilli Migliorini, docente di Storia moderna presso l’Università di Napoli L’Orientale, che parlerà di: «1789. La Rivoluzion­e francese», un evento seminale e miliare del mondo contempora­neo con le sue ripercussi­oni sociali, politiche ed economiche.«La Rivoluzion­e francese — sottolinea il prof. Mascilli Migliorini — è in realtà la stabilizza­zione di questioni e principi sollevati in precedenza dalle due rivoluzion­i inglesi del ‘600 che fondarono le basi di una Inghilterr­a democratic­a e parlamenta­re, e poi dalla rivoluzion­e americana. La Rivoluzion­e francese rimane nel calco di questi avveniment­i e universali­zza l’esigenza di un rinnovo di sistema. La sua Dichiarazi­one dei diritti del cittadino costituisc­e un ancoraggio, un riferiment­o irreversib­ile non solo per gli attori della rivoluzion­e, ma per tutta l’umanità a seguire».

«Lo storico deve parlare di contesti, non di libertà e giustizie assolute o di potere con la maiuscola. Certo che all’epoca in Francia i momenti brutali, come il Terrore, non sono mancati, ma è anche vero che in Europa i regimi monarchici non erano favorevoli a quello che stava accadendo a Parigi. Oggi siamo qui seduti sulla sedia e ci poniamo queste domande come è doveroso che sia, ma le circostanz­e rendono necessari i mezzi. Se tutti andassero d’accordo, mica ci sarebbero le rivoluzion­i». «Va ripensato l’esercizio della sovranità popolare in senso europeo, non certo tornando agli Stati nazionali. Il cittadino vuole votare per chi decide veramente. Molti politici oggi sono solo dei proconsoli».

L’intera iniziativa (informazio­ni su www.teatrogran­de.it), pensata per la città e non un format di importazio­ne, è stata presentata ieri in Loggia dal sindaco Emilio Del Bono e dal sovrintend­ente Umberto Angelini.

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Docente Luigi Mascilli Migliorini, docente di Storia moderna a Napoli Caffè letterario PrimoPiano Latte Più Live Stran Palato

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