Cremona, i Comuni che non revocano la cittadinanza al duce
La motivazione: «Non si riscrive la storia»
La busta numero 12 del faldone conservato in un angolo dei depositi dell’Archivio di Stato ridisegna un pezzo di storia e contiene l’elenco dei Comuni della provincia di Cremona che conferirono la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Cinquanta quelli inseriti nella lista, quasi la metà del totale, anche se probabilmente furono di più. A tutti loro, l’Anpi, l’Associazione nazionale dei partigiani, chiederà di revocare l’onorificenza. Ma arrivano già i primi no dei sindaci del centrodestra: «Mussolini ha fatto fatto cose buone per l’Italia».
Giuseppe Azzoni, lo studioso che ha trascorso giorni su quelle carte, ricostruisce: «Nel 1924 venne orchestrata la campagna della cittadinanza onoraria. Tutti i Comuni furono monitorati e chi non aveva ancora deciso venne sollecitato a farlo». L’Anpi si è già mossa per invitare Crema (giunta di centrosinistra ) a ritirare il riconoscimento, cosa che dovrebbe accadere in tempi brevi. Ora stanno per partire altre richieste simili a tappeto. «Proporremmo dappertutto di annullare quel titolo — annuncia Gian Carlo anni, quel periodo per Luca Moggi, dal 2016 sindaco di Pizzighettone, esponente di spicco della Lega, è «molto lontano». Ma un’idea se l’è fatta. «Sono molti gli errori disastrosi che ha commesso, a partire dall’alleanza con la Germania e dall’entrata in guerra, ma Mussolini è uno statista che ha fatto quello che ha fatto e anche qualcosa di bene per l’Italia. I più vecchi del paese, quando si parla di questioni come l’immigrazione, dicono: se ci fosse ancora lui... Posto che per me le priorità sono altre, la storia è storia, non si può e non si deve cambiarla. In Europa e in Italia il comunismo ha fatto più danni del fascismo, se c’è una via dedicata a Mussolini o la cittadinanza onoraria, cosa cambia?». Foto, video, notizie aggiornate sulla Lombardia sul sito