«Stelle» del mandolino a due passi da Brescia
Due «stelle» degli strumenti a plettro ospiti a Cremona. Nei giorni scorsi il bellissimo auditorium Arvedi del Museo del Violino ha ospitato una star della classica, il mandolinista israeliano Avi Avital, straordinario virtuoso di uno strumento da molti reietto ma che invece vanta una bella tradizione musicale (e che proprio grazie ad Avital sta conoscendo nuovi fasti).
L’altra stella è propio un mandolino, il pregiatissimo «Mandolino coristo» databile al 1700/1710, esposto in queste settimane al Museo del Violino, uno dei due soli di Antonio Stradivari oggi conosciuti (info museodelviolino.org).
Come molti sanno, la tradizione liutaia non si esprime solo nella realizzazione di strumenti ad arco, ma riguarda anche gli strumenti a plettro, tra i quali il più noto è proprio il mandolino.
Collegato oggi prevalentemente alla musica napoletana, in realtà il mandolino vede in Brescia una delle sue città d’elezione. E questo per diversi importanti motivi. Anzitutto perché la nostra città e la nostra provincia sono state la culla della liuteria, prima che, a partire dall’inizio del Seicento, i maestri liutai si spostassero a Cremona.
Due dei cinque più importanti liutai storici erano nati e operavano nella nostra provincia: Gasparo Bortolotti da Salò (l’inventore del violino) e Giovanni Paolo Maggini (gli altri sono i cremonesi Amati, Guarneri del Gesù e Stradivari).
L’altro motivo per cui Brescia può oggi ben dirsi la patria italiana del mandolino è legato alla presenza, nella nostra città, di numerosi cultori del mandolino e di alcuni tra i più importanti studiosi e virtuosi di questo strumento: parliamo di ben tre orchestre a plettro ( Città di Brescia, Claudio e Mauro Terroni, Il plettro di Inzino di Gardone Valtrompia), di solisti e docenti del calibro di Ugo Orlandi e Dorina Frati, quest’ultima titolare della cattedra di mandolino al Conservatorio Marenzio.
Nomi ben noti allo stesso Avital, che, da parte sua, ha il valore aggiunto di un’immagine decisamente glamour che aiuta molto, in questi nostri tempi, a veicolare anche contenuti culturali.
A Cremona il mandolinista israeliano si è esibito insieme alla bravissima (e bellissima) fisarmonicista lettone Ksenija Sidorova. I due interpreti si sono cimentati in un repertorio che da Kreisler ha spaziato sino a Bartok e Villa Lobos, passando per Mozart e per una strepitosa esecuzione di una trascrizione per mandolino solo della «Ciaccona» di Bach.