Germani soffre ma ora è finale e vuole la Coppa
Basket Incontro sofferto, ma alla fine Cantù cade
C’è voluto un tempo supplementare per aver ragione di un Cantù mai domo che fino all’ultimo ha fatto soffrire i ragazzi di Diana. Ma alla fine i canturini sono stati battuti 87-82. La chiave per conquistare l’atto conclusivo di oggi alle 18 contro Torino è stata per l’ennesima volta l’identità di un gruppo che ha cavalcato le proprie certezze granitiche (sia come singoli che come sistema) anche quando aveva completamente esaurito la benzina nel serbatoio.
Alla nona stagione dalla sua fondazione, datata luglio 2009, la Leonessa conquista con il cuore una storica finale di Coppa Italia collezionando anche lo scalpo di Cantù dopo quello di Bologna. La chiave per conquistare l’atto conclusivo di oggi alle 18 contro Torino è stata per l’ennesima volta l’identità di un gruppo che ha cavalcato le proprie certezze granitiche (sia come singoli che come sistema) anche quando aveva completamente esaurito la benzina nel serbatoio.
La squadra biancoblù prova ad aggredire subito il match siglando i 5 punti iniziali ma è solo un fuoco di paglia perché gli 11 errori nei primi 14 tentativi da 2 portano inevitabilmente a dover inseguire. La difesa a zona orchestrata da Diana sin dalle prime battute viene bucata da Cantù con le triple pur mantenendo una certa efficacia complessiva come testimoniano i soli 18 punti subiti nei primi 12 minuti. Moss scrive il +6 (24-18) senza scrollare via di dosso l’equilibrio della partita: Parrillo produce 5 punti in pochi secondi e l’ex Burns completa l’aggancio a quota 34 con un canestro dopo l’ennesimo rimbalzo raccolto (9 nei primi 20’, di cui 5 offensivi).
Il padrone del primo tempo è Jeremy Chappell che tocca quota 12 punti (anche 6 rimbalzi) siglando il canestro del sorpasso (38-39). Il finale di secondo quarto è tutto targato Leonessa. Il vantaggio all’intervallo è di soli 4 punti (43-39) ma l’entusiasmo sale alle stelle con la giocata di Moss, abile a rubare palla a Smith e a realizzare sulla sirena la tripla che provoca un boato assordante dei 500 caldissimi tifosi bresciani.
Nei primi 4 minuti della ripresa va in scena lo sciopero delle difese che si fanno bucare a ripetizione. Brescia tocca quota 7 punti di vantaggio (48-41) ma la Red October torna in scia riattivando Thomas e poi rimette il naso avanti sul 55-56 con una gemma di Smith. Con lo scorrere dei minuti la partita si trasforma in un match dove la lucidità diventa un’arma più affilata della tecnica. Quando Luca Vitali è costretto a lasciare il campo perché in apnea, sale in cattedra il fratello Michele firmando 4 punti determinanti per il morale (63-56 al 30’).
L’ultimo break non anestetizza l’intensità dei biancoblù che volano sul +12 (71-59) grazie a due gioielli consecutivi di Landry, firmatario alla fine di 17 punti. Non è la spallata decisiva perché Brescia alza troppo in fretta le mani dal manubrio e Diana è costretto a chiamare un time out emergenziale per fermare il parziale di 3-10 dei brianzoli.
La stanchezza annebbia entrambe, a rompere il lungo silenzio offensivo è Parrillo e poi Thomas pareggia a quota 74. Dopo 4 minuti senza punti, Moore sblocca la Germani con un libero, Chappell sbaglia la tripla ma poi in lunetta è algido e rimanda la sentenza all’overtime. I canestri continuano a essere tappati, Luca Vitali (topscorer con 19 punti) rompe l’astinenza con una bomba e poi con Landry sigilla in lunetta un trionfo 8782 ottenuto grazie a una durezza mentale davvero straordinaria.