L’ultimo dj della Brianza
Angelo Colella, in arte Jerry, il mito delle radio locali «Sono in onda dal 1976»
SEVESO (MONZA) «Amo la radio perché arriva dalla gente, entra nelle case e ci parla direttamente. Se una radio è libera, ma libera veramente, piace ancor di più perché libera la mente». Nel 1976 Angelo Colella stava ascoltando queste parole alla radio. Ancora non sapeva che la famosa canzone di Eugenio Finardi, La radio, appunto sarebbe diventata il suo «vangelo».
Sì, perché
Angelo nel giro di poco sarebbe diventato Dj Jerry, che nel corso tempo si sarebbe trasformato in una figura quasi mitologica tra i radioascoltatori della Brianza. Colella, che oggi ha 54 anni, ha trascorso gli ultimi 42 anni della sua vita al microfono, lavorando in quasi tutte le emittenti locali della provincia, contribuendo a fare la storia della radio libera locale. Capelli lunghi e nerissimi, jeans a tubo, stivaletti con il tacco, giubbotto di pelle: Jerry si presentò così, per la sua prima volta, nello studio di Radio Mach 5 allestito nel solaio di Villa Medolago, a Limbiate. Nessuno poteva vederlo, eppure le ragazzine impazzivano. La sua voce calda e profonda lo rese subito un protagonista dell’etere lombardo. Uno dei pionieri delle radio libere brianzole. Insieme ad altri speaker come Armando Locatelli, Maurizio Bianchi, Ivo Rossi e Moreno Guizzo, iniziarono a riempire il palinsesto di emittenti che, dopo la liberalizzazione dell’etere nel 1976, spuntavano come funghi.
Una dopo l’altra aprirono Radio Super Antenna a Monza, Radio Bassa Brianza a Bovisio, Radio Centro 105 a Nova, Radio Groane Intersound, Radio Varedo. Stazioni nate con pochi soldi e una strumentazione artigianale.
Come l’antenna di Radio Monza: «Così alta — ricorda Colella — che un colpo di vento la spezzò in due. Si andava in onda dai garage, dalle cantine o dagli abbaini. Il riscaldamento non c’era e d’inverno ci battevano i denti dal freddo».
Gli ascoltatori crescevano di giorno in giorno così come la popolarità di chi stava dietro il microfono. Jerry, Armando, Maurizio e Ivo imitavano i dj americani e inglesi che si ascoltavano sulle frequenze di Radio Luxembourg. «Sognavo di diventare un deejay famoso, ma in casa non c’erano soldi e così papà Ignazio, a 15 anni, mi mandò a fare il tappezziere. Ma appena potevo, tornavo alla console».
Negli anni Settanta le radio libere offrirono la possibilità di far circolare le proprie idee. E se Radio Mach 5 aveva un’ispirazione di sinistra, altre nacquero con una forte impronta cattolica. Come Radio Seregno, fondata da monsignor Luigi Gandini. Fu diretta da Luigi Losa, poi direttore del settimanale il Cittadino. Altre radio d’area cattolica furono Arca Radio a Desio, Radio Proposta, all’oratorio di Brugherio, e Radio Rete, circuito del Movimento Popolare per condurre una battaglia sull’abrogazione della legge sull’aborto. Forte l’impegno culturale: come quello di Radio Vimercate, di Nevio Sala, che trasmetteva poesie e fece conoscere Montale, Neruda, Quasimodo e Prevert al grande pubblico.
Ma il piatto forte era la musica. Il programma più gettonato era «Il Notturno»: canzoni pop e rock fino alle ore piccole, tratte da collezioni di vinili che riempivano intere pareti. Seguitissima anche la trasmissione «Musica a richiesta»: «Telefonavano — spiega Jerry — ragazzi timidi che solo ai microfoni trovavano il coraggio di fare la dichiarazione d’amore alla ragazza del cuore. E lo facevano con un canzone».
Le radio furono anche fucine tecnologiche. Emittenti come Radio Cologno 104 si servivano di mixer costruiti da tecnici «smanettoni». Altre invece — come Radio Lissone
L’esordio L’emittente era Mach 5, mi presentai con i capelli lunghi, giubbotto di pelle e stivaletti con il tacco
Le dediche
Telefonavano ragazzi timidi che non avevano il coraggio di dichiararsi alla ragazza del cuore
In famiglia «Papà voleva che diventassi tappezziere, appena potevo scappavo in studio»
— potevano permettersi i registratori a cassette Philips e i trasmettitori a bobine Telefunken.
Ma i soldi erano pochi e la vita di molte radio fu breve: Radio Arcore fu assorbita da Gamma Radio; Radio Centro Brianza cedette le frequenze a Radio Lombardia. Stroncata dai costi anche Radio Baby 103 di Filippa Inferrera. Poche hanno avuto la forza di resistere e, come Radio Mach 5, sono ormai antenne storiche. Altre infine, come Radio Futura a Bellusco, hanno ritrovato una seconda vita come web radio.