Corriere della Sera (Brescia)

I primi cinque testamenti biologici in città

Depositati i primi cinque in città, ma manca ancora il registro annuale

- Di Alessandra Troncana A. Tr.

Tre fogli in A4 per scrivere le ultime volontà, una firma a penna nera, un appuntamen­to fissato in anagrafe via Pec, cinque minuti per consegnare le carte allo sportello: ieri, cinque persone — le prime in città — hanno depositato il testamento biologico (Dat, disposizio­ni anticipate di trattament­o). «È l’acquisizio­ne di un diritto civile: ora si può decidere a quali terapie essere sottoposti o quali rifiutare in caso di malattia terminale, se essere informati sul proprio stato di salute e a chi affidarci» ha detto Ermanno Benedetti, dei Radicali. Le ultime volontà possono non essere quelle definitive: «Il modulo può essere annullato, revocato o aggiornato in qualsiasi momento».

Il primo a depositare il testamento è stato Marco Stellini: «Lo abbiamo fatto nel primo anniversar­io della morte di dj Fabo la cui battaglia è stata la spinta affinché si arrivasse anche ad una legge così». Allo sportello, però, fanno sapere che ancora manca un registro: i documenti, per ora, vengono sigillati in busta chiusa e messi in cassaforte. «In Lombardia il testamento si può depositare solo in 48 comuni: la nostra battaglia con la Regione, che finora ha rifiutato il dialogo, è di inserire il Dat tra i dati della tessera sanitaria» ha detto Barbara Bonvicini, dell’associazio­ne Coscioni.

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 ??  ?? Allo sportello Il deposito del testamento biologico (LaPresse/Morgano)
Allo sportello Il deposito del testamento biologico (LaPresse/Morgano)

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