Mottinelli: si sposti a Brescia la sede Arpa Più fondi e poteri su ambiente e trasporti
Il presidente della Provincia chiede alla Regione di riavere le deleghe su caccia e agricoltura
La provincia di Brescia ha quattro volte gli abitanti del Molise. Il doppio della Basilicata. Per non parlare del pil. Quindi a rigor di logica «dovrebbe avere poteri simili a quelli di una regione». Soprattutto in tema di ambiente, trasporti, programmazione urbanistica e territoriale (dai piani cave a quelli per le discariche, passando per i centri commerciali).
Ne è convinto il presidente del Broletto, Pierluigi Mottinelli, che in questi tre anni e mezzo si è trovato a coordinare un ente depotenziato e spolpato di risorse per colpa della legge Delrio. Da qui il suo appello alla futura giunta regionale, affinché — in nome della tanto decantata autonomia — la Provincia possa ritornare ad avere un ruolo cardine per il territorio. Perché è solo la Provincia la terza via tra «la parcellizzazione dei Comuni e l’accentramento dei poteri nelle mani della Regione».
Mottinelli non nasconde di essere ideologicamente più affine alla proposta di Giorgio Gori (Pd). Ma ricorda che anche Attilio Fontana (Lega) è stato sindaco e in quanto tale è buon conoscitore dei bisogni dei territori. Ecco allora la lista dei desiderata che avanza ad entrambi, nell’ottica di migliorare la qualità della vita e la governabilità del Bresciano.
Ambiente
In cima alle sue preoccupazioni c’è il tema ambientale. E qui arriva la sua proposta più forte: «Oltre al necessario rafforzamento dell’Arpa, per garantire una più capillare attività di monitoraggio anche su cave e discariche, mi chiedo perché non spostarne la sede da Milano a Brescia, visto che sono qui le maggiori criticità ambientali». Mottinelli invita la Regione a maggiori sinergie con la Polizia Provinciale, che deve sempre più occuparsi d’ambiente e non di controlli stradali («per quelli ci sono le polizie locali e quelle statali»). Ma bisogna remare nella stessa direzione, mentre i tanti controlli nei confronti degli allevamenti zootecnici più inquinanti non hanno ricevuto, nei mesi scorsi, un adeguato supporto da parte del Pirellone. Il presidente chiede nel contempo maggiori fondi per azioni tese a migliorare la qualità dell’aria, l’efficienza energetica degli edifici e l’economia circolare, a partire dall’annosa questione del recupero delle scorie edili e di acciaieria (che potrebbero essere riutilizzate come sottofondi stradali anziché finire in discarica). Chiede anche più fondi per mi- gliorare la depurazione delle acque, giudicando un falso problema quello del referendum per l’acqua pubblica: «la maggioranza dei sindaci ha votato per l’attuale gestione pubblico-privata, l’unica possibile visto che metà del territorio è gestito da A2A; li riconvocherò e se la maggioranza confermasse quella linea non avrebbe il referendum».
Trasporti
Collegato alla questione ambientale è il tema trasporti. «Bisogna che la Regione riconosca i corrispettivi chilometrici rispetto all’intera rete provinciale e al metrò e che garantisca gli investimenti necessari per il rilancio della Brescia-Iseo-Edolo». Si sa che l’agenzia per il trasporto pubblico locale (Tpl) è con l’acqua alla gola: «La Regione l’altro ieri ci ha svincolato 2,3 milioni ma noi avremmo bisogno in tutto i 5 milioni per garantire l’attuale servizio». E si sa che avere più trasporti pubblici significa meno traffico privato e quindi meno smog. Sui trasporti Mottinelli chiede anche sostegno al ripensamento futuro della società Centro Padane: una volta che la concessione per la A-21 finirà al gruppo Gavio potrebbe restare come strumento in house per gestire le disastrate strade della Lombardia orientale. Altro nodo cruciale è quello dell’aeroporto di Montichiari, che è in attesa di rilancio ma che ha visto l’assenza annosa della Regione. Autonomia
Poi c’è tutto il tema della programmazione. L’ufficio Ambiente della Provincia è sottorganico, oberato di richieste di valutazioni d’impatto ambientale per nuovi insediamenti: «Io credo che la programmazione in tema di discariche e cave debba essere fatta in Provincia, ma ci devono dare le risorse per farlo». Infine la questione delle deleghe e dell’autonomia dei territori: nella prima provincia agricola d’Italia (ed in quella con più cacciatori) per Mottinelli è stato un errore spostare le relative deleghe in Regione non appena entrata in vigore la riforma Delrio («devono tornare in capo alla Provincia»). C’è poi tutto il capitolo degli aiuti ai territori montani. La proposta è quella di prendere a modello Sondrio, l’unica provincia che si tiene tutti i succosi canoni delle derivazioni idroelettriche superiori ai 3 Megawatt: «penso alla Valcamonica che avrebbe così fondi per l’agricoltura e l’impresa, evitando che i territori si spopolino». Mottinelli critica anche l’istituzione di una Ats della montagna: «preferirei che il territorio camuno potesse essere gestito direttamente dall’assessorato regionale».