Sì bipartisan per il futuro delle doppiette
Complice la recrudescenza dei vincoli legislativi, il numero dei cacciatori in regione ed in provincia si è più che dimezzato negli ultimi trent’anni. Anche se resta un bacino tutt’altro che esiguo di voti (circa 20mila le doppiette bresciane, poco meno di 90mila in Lombardia). Sarà anche per questo che diversi candidati alle elezioni politiche del 4 marzo in corsa nei diversi collegi lombardi (tra cui anche cinque bresciani) hanno accolto di buon grado il programma venatorio presentato dal Comitato nazionale caccia e natura (Cncn) il quale riunisce le principali associazioni di categoria (Federcaccia, Enalcaccia, Anuu, Arcicaccia, Liberacaccia, Italcaccia e Eps, ente produttori selvaggina). «Si tratta del riconoscimento del ruolo del mondo venatorio e della figura del cacciatore nella gestione dell’equilibrio faunisticoambientale, indispensabile per la salvaguardia della biodiversità» fa sapere il Cncn in un comunicato. In queste settimane i rappresentanti della cabina di regia del mondo venatorio hanno incontrato diversi candidati, riscontrando «apprezzamento» nei confronti delle istanze presentate e dettagliate in punti programmatici precisi, «per rilanciare un’immagine corretta, reale e non manipolata, dell’attività della caccia praticata nel pieno rispetto della legalità e in armonia con l’equilibrio naturale». A condividere gli impegni proposti, per la Lombardia, anche i bresciani Maria Stella Gelmini (Forza Italia), Viviana Beccalossi (Fratelli d’Italia), Stefano Borghesi (Lega), Marina Berlinghieri (Pd) e Ignazio Messina (Civica Popolare), oltre a Stefano Candiani, Dario Galli e Giancarlo Giorgetti ( tutti Lega) e Francesco Prina (Pd). Non una esplicita indicazione di voto ma poco ci manca.