Cardiochirurgia il Civile riprova il concorso
Quattro anni fa la selezione era stata sospesa dal dg Belleri
Il Civile riprova a cercare un primario per Cardiochirurgia, posizione vacante da quasi vent’anni (si è sempre colmato la lacuna con un facente funzione) per un reparto al top in Italia nelle classifiche dell’Agenas, l’ente che conferisce «le pagelle» agli ospedali italiani, ma flagellato da inchieste giudiziarie e ricorsi per via amministrativa. Quattro anni fa un’analoga selezione era stata sospesa dal direttore generale dopo che vi era stato disaccordo tra i membri della commissione giudicatrice tanto da spingere Ezio Belleri a non proclamare vincitore il professor Claudio Muneretto, primario della cardiochirurgia universitaria dell’Ospedale Civile e primo classificato nella selezione. Una decisione che il professor Muneretto aveva contestato con un ricorso al Tar, tuttora pendente.
Una discussione che non ci sarà in tempi brevi visto che il cardiochirurgo ha deciso di «mettere in sonno» il proprio ricorso (in pratica la causa è stata tolta dal ruolo delle udienze) dopo che la Procura di Brescia ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario per la morte di una paziente avvenuta nel febbraio del 2016. Secondo l’accusa il medico avrebbe disposto un incauto trasferimento all’Ospedale di Padova affinché quel decesso non gravasse sul suo reparto e sulla sua reputazione. Accuse respinte con forza, bollate come frutto di una campagna denigratoria nei suoi confronti, dalla quale il medico intenderebbe difendersi con le mani libere: non opera più al Civile da dicembre e ha messo momentaneamente in stand-by il ricorso amministrativo. Mossa che, accanto al tempo trascorso e alla nuova riorganizzazione del Dipartimento Cardiotoracico con l’accorpamento delle due cardiochirurgie (l’universitaria e quella ospedaliera) ha spinto i vertici del Civile ad indire un nuovo concorso con la revoca della precedente procedura e un nuovo bando.
Un percorso che si spera meno accidentato del precedente e che possa contribuire a portare un po’ di serenità in un clima pesante, dove spiccano sì i buoni risultati ottenuto dalle equipe chirurgiche su scala nazionale, ma anche le lettere anonime, i veleni, le denunce che spesso sfociano in accertamenti giudiziari, interrogatori e sequestri. Una situazione che non fa certo bene all’immagine dell’unità operativa dove nel 2017 i ricoveri sono stati 688. Ma con un calo nel triennio del 12,5%.