Sofia non tace, lotta social per i disabili
Una pagina Facebook per denunciare i soprusi. L’idea è di un nonno di Pisogne
Parte da un nonno di Pisogne la battaglia social agli incivili che rubano i parcheggi alle persone disabili, o a chi occupa i marciapiedi o alle opere studiate senza tenere conto di chi si muove con qualche disagio. Vincenzo Cassis ha creato la pagina Facebook «Sofia non tace». Sofia è la sua nipotina, una bimba di 9 anni «non autosufficiente». E il nonno sogna un mondo migliore per la sua Sofia, ma anche per tutte le altre Sofia della terra.
Parte da un nonno di Pisogne la battaglia social agli incivili che rubano i parcheggi alle persone disabili. O che posteggiano l’auto senza preoccuparsi se bloccano il passaggio sul marciapiede a chi si sposta in carrozzina. E a tutte le barriere ingiustificate se si incontrano nella vita quotidiana.
Una battaglia che ogni giorno raccoglie nuove adesioni e che si sta allargando a tutto il paese. Sulla bacheca Facebook di «Sofia non tace» quotidianamente vengono postate immagini che denunciano comportamenti inqualificabile raccolti in tutta Italia: le foto arrivano dal Bresciano, dalla Lombardia, ma anche dalla Puglia .... I membri del gruppo sono in costante aumento, superano i duemila e più di mille si sono aggregati nelle ultime settimane.
Grazie alle segnalazioni si sta creando una sorta di archivio della maleducazione e dell’indifferenza per i problemi degli altri. Posteggiare senza averne diritto nei parcheggi a disposizione delle persone disabili pare un’abitudine decisamente diffusa. Almeno stando alle decine e decine di foto che vengono aggiunte ogni giorno sulla pagina. L’idea, come detto, parte da un nonno di Pisogne, Vincenzo Cassis. Sofia è la sua nipotina, una bimba di 9 anni «non autosufficiente». Sofia frequenta la scuola primaria a Pisogne. Non può tornare a casa da sola ed è nonno Vincenzo che la va a recuperare quando suona la campanella. Ma spesso nonno Vincenzo trovava il parcheggio occupato da qualche «furbetto» ed era quindi costretto a lasciare l’auto lontana dalla scuola, con notevoli disagi. Allora ha pensato a come poteva denunciare questa situazione e gli è venuta l’idea della pagina Facebook, che amministra con altre persone. Si tratta di una denuncia, ma che non vuole essere una «gogna». Le targhe delle vetture vengono tutte oscurate, così come eventuali commenti offensivi vengono subito rimossi. È una battaglia contro i maleducati , ma una battaglia civile. Una battaglia anche contro un modo sbagliato di pensare e di progettare: «È il punto di vista iniziale che deve essere modificato — spiega Cassis — bisogna pensare a un mondo popolato solo da persone con diversi gradi di disabilità, anche momentanea. Questo approccio gioverebbe a tutti». Una nuova realtà che nonno Vincenzo sta cercando di creare per la sua Sofia. E per tutte le Sofia del mondo.
L’obiettivo Si punta a migliorare la realtà per aiutare tutte le persone che sono in difficoltà