IL MONDO DI SOFIA E ALTRE STORIE
Il mondo di Sofia è il titolo di un corposo romanzo filosofico che Jostein Gaarder pubblicò nel 1991. Non so se il nonno di Pisogne abbia pensato a questo best–seller internazionale, ma di una cosa è persuaso il combattivo bresciano: Sofia non tace, secondo il titolo della pagina Facebook con cui sta conducendo una battaglia contro chi ruba i parcheggi ai disabili. Che mondo è quello di Sofia? Un mondo difficile e pieno di inciviltà. E non lo è solo per la nipotina del nonno del Sebino, ma lo è anche per tutti coloro che, per ragioni diverse, si trovano a muoversi per le nostre città su rotelle. Molti passi sono stati compiuti per il riconoscimento dei diritti di chi è diversamente abile, ma per loro il paesaggio urbano continua a non essere particolarmente accogliente. E non solo per la barbarie dei furbetti del parcheggio, ma anche e forse soprattutto per la mancanza di una autentica cultura della disabilità, che agli occhi di chi ne sia sventuratamente portatore trasforma una passeggiata in città in un percorso di guerra, irto di sempre nuovi ostacoli. Sfortunatamente il problema è ancora più vasto e non si limita ai diversamente abili. Anche le madri (e sempre più i padri), che si aggirino per le città con un passeggino, non sono attese da rally meno avventurosi. Avete mai provato a cercare di entrare in banca con un neonato addormentato? Una malintesa idea di sicurezza vi obbligherà a estrarre il bimbo, abbandonando il passeggino (in modo poco sicuro) all’esterno e, fra urla e strepiti senza fine del malaugurato che dopotutto avete svegliato di colpo, transitare per le forche caudine delle porte scorrevoli. Solo allora, con la furia scatenata che si divincola, avrete accesso ai modernissimi ed efficientissimi servizi che la banca mette a disposizione dei clienti. Che dire poi degli uffici pubblici, delle scale, delle code, delle peregrinazioni tra gli sportelli, degli orari capricciosamente imprevedibili, delle condizioni di attesa? Parliamo anche dei mezzi pubblici, dove le mamme dimostrano di avere l’alpinismo nel sangue, comprovando come, a loro confronto che si muovono con borsa, bimbo e passeggino rinchiuso nelle mani, anche la dea Kalì è una dilettante. La libertà di un luogo o di una società si misurano a partire dagli ultimi, cioè da quelli che incontrano difficoltà e dunque hanno maggiori esigenze. Le petizioni di principio sono importanti e della democrazia siamo tutti fieri, ma perché di tanto in tanto non gettare, come fa il nonno di Sofia, un’occhiata alla realtà?