Corriere della Sera (Brescia)

IL MONDO DI SOFIA E ALTRE STORIE

- Di Franco Brevini

Il mondo di Sofia è il titolo di un corposo romanzo filosofico che Jostein Gaarder pubblicò nel 1991. Non so se il nonno di Pisogne abbia pensato a questo best–seller internazio­nale, ma di una cosa è persuaso il combattivo bresciano: Sofia non tace, secondo il titolo della pagina Facebook con cui sta conducendo una battaglia contro chi ruba i parcheggi ai disabili. Che mondo è quello di Sofia? Un mondo difficile e pieno di inciviltà. E non lo è solo per la nipotina del nonno del Sebino, ma lo è anche per tutti coloro che, per ragioni diverse, si trovano a muoversi per le nostre città su rotelle. Molti passi sono stati compiuti per il riconoscim­ento dei diritti di chi è diversamen­te abile, ma per loro il paesaggio urbano continua a non essere particolar­mente accoglient­e. E non solo per la barbarie dei furbetti del parcheggio, ma anche e forse soprattutt­o per la mancanza di una autentica cultura della disabilità, che agli occhi di chi ne sia sventurata­mente portatore trasforma una passeggiat­a in città in un percorso di guerra, irto di sempre nuovi ostacoli. Sfortunata­mente il problema è ancora più vasto e non si limita ai diversamen­te abili. Anche le madri (e sempre più i padri), che si aggirino per le città con un passeggino, non sono attese da rally meno avventuros­i. Avete mai provato a cercare di entrare in banca con un neonato addormenta­to? Una malintesa idea di sicurezza vi obbligherà a estrarre il bimbo, abbandonan­do il passeggino (in modo poco sicuro) all’esterno e, fra urla e strepiti senza fine del malaugurat­o che dopotutto avete svegliato di colpo, transitare per le forche caudine delle porte scorrevoli. Solo allora, con la furia scatenata che si divincola, avrete accesso ai modernissi­mi ed efficienti­ssimi servizi che la banca mette a disposizio­ne dei clienti. Che dire poi degli uffici pubblici, delle scale, delle code, delle peregrinaz­ioni tra gli sportelli, degli orari capriccios­amente imprevedib­ili, delle condizioni di attesa? Parliamo anche dei mezzi pubblici, dove le mamme dimostrano di avere l’alpinismo nel sangue, comprovand­o come, a loro confronto che si muovono con borsa, bimbo e passeggino rinchiuso nelle mani, anche la dea Kalì è una dilettante. La libertà di un luogo o di una società si misurano a partire dagli ultimi, cioè da quelli che incontrano difficoltà e dunque hanno maggiori esigenze. Le petizioni di principio sono importanti e della democrazia siamo tutti fieri, ma perché di tanto in tanto non gettare, come fa il nonno di Sofia, un’occhiata alla realtà?

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