Op e l’americanizzazione Fondital, modello russo
Internazionalizzare non è semplice. Occorre il giusto mix tra la propensione al rischio e valutazioni tecniche attente di professionisti in grado di tutelare e rendere stabili i business. A ricordare queste regole l’incontro di ieri in Aib «Imprenditori e avvocati insieme per conquistare i mercati esteri». Oltre al contributo specialistico di avvocati e docenti, due le storie aziendali presentate: l’Op (macchinari per condotte oleodinamiche) 40 dipendenti, 15 milioni di fatturato di cui l’80% fatto in mercati esteri come la Cina dove è presente una filiale dal 2010, gli Usa (2014) e l’ultima arrivata l’India (2017). «Mercati diversi, approcci diversi – ha ricordato Grazia Giacobone – E se in Cina è stata fondamentale, anche dal punto di vista culturale, la joint venture con il nostro distributore oltre a tutelare il marchio e i nostri brevetti. In America, per trasferire la nostra visione industriale, è servito americanizzarsi». Giacomo Zeni della Fondital, gruppo Silmar, 919 milioni di fatturato (il 65% dall’estero) con 3 mila dipendenti ha presentato il «modello Russia». Un’internazionalizzazione iniziata nel 2008 con la filiale commerciale e da giugno la parte produttiva a Lipetsk. «Abbiamo utilizzato una zona franca con vantaggi fiscali, doganali e burocratici ma soprattutto è stata importante una corretta analisi preventiva e un approccio non superficiale». (r.g.)