Omicidio del pusher Il killer denunciato dalla sua compagna
Diceva, dopo aver appoggiato nel lavandino di casa il coltello che aveva appena spinto nell’addome di uno spacciatore nordafricano, che avrebbe «fatto fuori tutti i marocchini». Uno sfogo che Ivan Albiero, 40enne di Lurago d’Erba, aveva rivolto alla sua compagna. Ma la donna non se la sentiva di custodire una confidenza così pesante, e ha raccontato tutto ai carabinieri. È stata questa la svolta che ha portato i militari della compagnia di Cantù, assieme ai poliziotti della Squadra Mobile milanese che indagavano sull’omicidio di Azzedine Ghazal, ammazzato il 26 gennaio in mezzo ai boschi dello svincolo della Valassina a Briosco (Monza Brianza), ad eseguire il fermo nei confronti del luraghese Albiero, ora in carcere a Como con l’accusa di omicidio. Secondo gli ultimi sviluppi investigativi, Albiero aveva acquistato dosi di droga a credito dalla vittima. Intenzionato a prenderne ancora, ma sempre senza soldi, non avrebbe esitato ad ammazzare il pusher. Storie di ordinaria violenza e disperazione, che disegnano il quadro desolante dei boschi e dei polmoni verdi della provincia di Monza, trasformati in enormi piazze dello spaccio a cielo aperto. Lo dimostrano le continue operazioni di carabinieri e polizia locale in aree verdi quali il parco delle Groane, o certe zone del parco della Valle del Lambro. O le varie inchieste delle procure di Monza e Lecco, che hanno stroncato fenomeni di spaccio diffuso, organizzato, e gestito da bande di nordafricani, agli svincoli della statale 36. Proprio come quello in cui ha perso la vita il marocchino Ghazal, il cui corpo era stato trovato verso le 5 del mattino all’imbocco della Milano Lecco, tra i comuni di Giussano e Briosco. Gli investigatori della Mobile, e i carabinieri di Cantù avevano stretto il cerchio sul cliente. Decisiva, per il fermo da parte della procura di Monza, che probabilmente temeva una fuga del sospettato, è stata però la testimonianza della compagna dell’uomo.