Dramma da camera per due
Adriana Asti e Giorgio Ferrara in «Danza macabra» di Strindberg, regia di Ronconi
In bilico tra farsa e tragedia, dramma borghese ed espressionismo astratto, «Danza macabra» fu scritta da Strindberg nel 1900, anno in cui Ibsen concludeva la sua carriera di drammaturgo e Freud pubblicava «L’interpretazione dei sogni». Del vecchio Ibsen ritornano in filigrana i temi del self-made man fallito (lui è un proletario che è riuscito a diventare capitano, ma non maggiore) e della donna che ha sacrificato tutto nella speranza di un confortante ménage borghese (lei è un’ex attrice con il rimpianto di una carriera artistica mancata). Della nuova aria dei tempi invece si respira uno spostamento dal naturalismo tout court a uno scandaglio più intimo delle dinamiche relazionali, in questo caso fra coniugi, ma anche un simbolismo mistico che allarga la prospettiva d’indagine ai grandi temi dell’esistenza: l’amore, il lavoro, la carriera, il denaro, il rapporto con i figli e con la morte. Pièce per coppie di grandi mattatori approda da stasera al Teatro Elfo Puccini nella traduzione e adattamento di Roberto Alonge, che ne fa un «dramma da camera» in un unico atto, e con la firma di Luca Ronconi ( fino all’11/3, ore 20.30, 17/32,50e).
Protagonisti Adriana Asti e Giorgio Ferrara, coppia in scena e nella vita, e Giovanni Crippa. Sono Edgar e Alice, che si torturano «cordialmente» da venticinque anni nella loro claustrofobica dimora, una torre di pietra su un’isola chiamata non a caso Piccolo Inferno. L’arrivo di Kurt, lontano cugino e amore giovanile di Alice, scatena l’esplosione delle reciproche frustrazioni in un gioco al massacro non privo di umorismo. E sull’umorismo nero che pervade tutta la pièce si posa lo sguardo sornione di Ronconi, facendo precipitare il dramma in una parodia o in un’irriverente pochade. A ispirarlo, più che i tormenti strindberghiani, il vaudeville di Courteline, «Les Boulingrin», andato in scena nel 1898, due anni prima della stesura di «Danza macabra», in cui i coniugi in questione si scatenavano all’arrivo di un ospite in visita, su cui proiettavano farsescamente le tensioni della coppia borghese.