Variazioni Goldberg Eteree e carnali
Con il precedente «Cello Suites» sulle «Suites per violoncello solo» di Bach, Heinz Spoerli aveva inaugurato, con la sua riconosciuta maestria, una nuova via per il Balletto della Scala voluta dal Sovrintendente Pereira: le serate da camera pensate per conciliare i gusti del pubblico della danza e di quello della musica. Ora con le «GoldbergVariationen» (in replica fino al 22 marzo), Spoerli salda l’intesa con la compagnia scaligera di cui sceglie la «meglio gioventù» che qui risulta compatta nell’alto livello tecnico ed eterogenea nelle sfaccettate identità: eccellente la prova di Coviello, Arduino, Starace, Manni, Andrjiashenko, Sutera, Toppi, Agostino, Del Freo, Valerio. La coreografia è un caleidoscopio di quadri corali, assoli, duetti, sottolineati dall’ampio spettro cromatico di luci e costumi raffinatissimi, che nei momenti più ispirati spinge le «Variazioni» di Bach verso vette di rarefatta bellezza. Ecco come una partitura di culto, coltivata come un viatico spirituale all’ascolto della musica, può liberare attraverso la danza una corporeità che dilata le note in una dimensione siderale e, allo stesso tempo, umanissima: etere e carne, luce e ombra, epifania e crepuscolo. Un’autentica gioia per gli occhi, oltreché per le orecchie, accarezzate dal tocco impeccabile del pianista Alexey Botvinov.