La nostra campagna a caccia di consensi
Incontri, confronti, visite aziendali e qualche dibattito pubblico Sono state quattro settimane intense per i candidati di Politiche e Regionali
C’è chi non si è perso un mercato, un incontro in un’azienda, un confronto pubblico, una cena di raccolta fondi. C’è anche chi ha messo a frutto la sua familiarità con i social confezionando dei piccoli tutorial sull’unico voto utile possibile (a lui, ovviamente). Sono state quattro settimane intense per la folta pattuglia dei candidati bresciani alla corsa per Camera e Senato o per un seggio di consigliere regionale. Per alcuni era la prima volta con tutte le inesperienze (e le gaffe) del caso, per altri era l’ennesimo «raid» in lungo e in largo per il territorio a caccia di voti. Magari sotto un simbolo diverso da quello delle volte precedenti, perché, si sa, viviamo in un’epoca dove non è solo la società ad essere liquida ma pure la politica, i suoi partiti, i suoi movimenti. Gli osservatori l’hanno bollata come una campagna elettorale fiacca, senza leader, quasi fosse lo specchio di una politica che ha poco da dire e ancor meno da appassionare. Ma comunque per molti, dall’aspirante parlamentare con il self control di chi si sente in posizione «sicura», all’ultimo dei possibili consiglieri lanciato, ventre a terra, a caccia dell’ultima preferenza, è stato un cimento che, al di là dei risultati, ha portato tanti a contatto con i problemi quotidiani che alla politica non chiede slogan gridati, ma risposte anche solo sussurrate. E questo male non fa.