La Lega diventa il primo partito
I Cinquestelle non decollano come altrove, il Partito Democratico in città riesce però a mantenere le posizioni In Regione Fontana va oltre il 50% dei consensi nel Bresciano, Gori si ferma al 25. Facce nuove a Roma e Milano
La Lega diventa il primo partito nel Bresciano e il dato delle Politiche è stato confermato nel pomeriggio dallo spoglio delle schede elettorali per il presidente della Regione Lombardia. Una vittoria schiacciante che va oltre il 50% dei consensi e che confina il centrosinistra rappresentato da Giorgio Gori attorno al 25 %. Il Movimento Cinquestelle, invece, non vola come nel resto dell’Italia.
Il successo del centrodestra in provincia di Brescia era atteso, così come lo era il «cappotto» nei collegi uninominali. Meno lo era la dimensione di questo successo: cinque anni fa il centrodestra aveva superato con difficoltà il 40%, domenica è arrivato al 51,27% nel collegio plurinominale di Lombardia 3 e al 57% nel collegio misto Brescia-Bergamo di Romano di Lombardia.
È in tale contesto che la Lega, senza più il Nord nel nome, ma sempre più radicata nella bassa come nelle valli diventa il dominus incontrastato della coalizione e il primo partito a livello provinciale, con percentuali che vanno dal 23,16% della città a oltre il 38% del collegio di Lumezzane delle valli.
Forza Italia è più che doppiata dalla Lega quasi ovunque e ancora più indietro è Fratelli d’Italia che pure, nonostante l’impronta nazionale della nuova Lega, ha tenuto e ha superato il 4,5%. Il Cinque Stelle, il grande vincitore delle elezioni a livello nazionale, in provincia di Brescia non sfonda e ottiene consensi non troppo diversi da quelli di cinque anni fa.
A livello provinciale si attesta poco sotto il 19% di media, il risultato peggiore lo fa nelle valli (16,7%), il migliore lontano dai territori della Lega, nel collegio di Desenzano (21,3%). Il centrosinistra va male ovunque.
Il Pd era il primo partito a livello provinciale con oltre il 24% dei voti, oggi è sotto il 20% ed è appena una spanna sopra il Cinque Stelle. La coalizione nel suo insieme resta sotto il 23%. Le altre forze politiche prendono poco o nulla: a livello provinciale Liberi e Uguali finisce sotto il 3%, Potere al Popolo è sotto l’uno. CasaPound arriva all’1,2%.
In città il quadro cambia in misura significativa. Il centrosinistra cresce fino al 32% e il Pd si conferma, seppur con difficoltà, primo partito grazie ai 26.699 voti ottenuti (26,65%). Il centrodestra resta comunque ampiamente la prima coalizione in città con quasi il 41% dei consensi.
La Lega, trainata in questo caso anche dalla candidatura di Simona Bordonali nel collegio uninominale, supera il 23% dei consensi (23.462 voti) e pedina il Pd. Terza forza anche in città il Cinque Stelle: il suo candidato all’uninominale Girgis Sorial ha preso il 18,2% dei consensi, oltre 19mila preferenze. In città, rispetto alla media provinciale e anche a quella nazionale, va meglio anche Liberi e Uguali: la sua candidata Donatella Cagno ottiene 4.804 preferenze, il 4,58% dei voti. In città (rispetto alla provincia) va un po’ meglio anche Potere al Popolo, con l’1,34% dei voti. Tutte le altre forze politiche sono sotto l’uno per cento.
Al Senato di differenze particolarmente significative non ve ne sono. Nel collegio uninominale 15 vince Stefano Borghesi con oltre il 56% dei consensi: la Lega sale fino al 37,71%, Forza Italia si ferma al 13,28%, Fratelli d’Italia arriva al 4,41. Il centrosinistra supera di poco il 20%, il Pd arriva a malapena al 18%, nel Cinque Stelle il senatore uscente Vito Crimi prende il 17,41%. Nel collegio 14 di Brescia (comprensivo dell’hinterland, bassa e un pezzo di lago di Garda) Adriano Paroli sfiora il 48%, sotto il 30% è la Lega e vicina al 13 è Forza Italia. Ignazio Messina del centrosinistra supera il 25%, il Cinque Stelle supera il 20%. Infine il dato sull’affluenza alle urne. Prima delle elezioni si è a lungo temuto che il disamore per le urne avrebbe tenuto tanti tra i 927mila bresciani con diritto di voto alla Camera a casa. Così non è stato o, meglio, lo è stato ma meno di quanto si pensasse. Nel 2013 alle urne si era recato l’82,84% degli aventi diritto, questa volta si è scesi al 79,51%, circa 3 punti percentuali in meno. A livello nazionale l’affluenza è stata di poco inferiore al 73%.
I bresciani, nonostante tutto, continuano ad andare a votare in gran numero, soprattutto se l’appuntamento (come lo sono le politiche) viene ritenuto importante. E così hanno fatto i giovani: la differenza di partecipazione tra Camera e Senato è infatti poco significativa.
Centrodestra Nel collegio 14 di Brescia al Senato Adriano Paroli sfiora il 48 per cento