Acciaio, prezzi al top Cresce la produzione
La fotografia scattata da Siderweb. Gozzi: no a guerre commerciali per i dazi
Prezzi dell’acciaio ai massimi dal 2016, produzione che dovrebbe aumentare nel mondo del 2,3%, più che dimezzando il tasso di crescita del 2017, e del 2,3% in Italia, in stabilità con il 2017 (+2,9%). Per quanto riguarda la domanda, in Italia è attesa una crescita dello 0,9% dopo il calo dello 0,6% dell’anno scorso.
Prezzi dell’acciaio ai massimi dal 2016, produzione che dovrebbe aumentare nel mondo del 2,3%, più che dimezzando il tasso di crescita del 2017, e del 2,3% in Italia, in stabilità con il 2017 (+2,9%). Per quanto riguarda la domanda, in Italia è attesa una crescita dello 0,9% dopo che lo scorso anno si era registrata una diminuzione dello 0,6%. Con i tecnici prudenti per le prospettive 2018 e gli operatori moderatamente più ottimisti. Questa la fotografia scattata ieri nel convegno organizzato da Siderweb: «Mercato dell’acciaio: le tendenze dei prezzi nel 2018», che si è tenuto ieri pomeriggio nella sala congressi di Ubi. Numeri che raccontano di un settore che «sentirà l’andamento della domanda dei singoli settori» ha spiegato Gianfranco Tosini dell’ufficio studi siderweb. L’industria delle costruzioni, a causa dell’aumento della domanda di alloggi, registrerà un maggior consumo di acciaio mentre l’automotive segnerà invece un rallentamento delle vendite, soprattutto nei paesi dell’UE. Le prospettive dell’industria meccanica rimarranno molto buone per gli investimenti in impianti e macchinari così come il mercato degli elettrodomestici che si avvantaggerà di un mercato europeo fortemente espansivo mentre la produzione di tubi subirà una moderata contrazione. I prezzi delle materie prime «si muovono al rialzo in modo equilibrato sostenuti anche dalla debolezza del dollaro» ha commentato Achille Fornasini, analista di Siderweb mentre le quotazioni del rottame rallentano la propria marcia rialzista, senza però compromettere «il canale ascendente che guida i prezzi da oltre 2 anni. Ora la situazione appare in via di relativa normalizzazione, ma sarà molto difficile rivedere i livelli del primo semestre 2016». A tenere banco nella tavola rotonda è stata però la possibile introduzione di dazi all’importazione di acciaio negli Usa: «Aspettiamo i dettagli – ha ricordato Antonio Gozzi, presidente di Federacciai – c’è ancora tanta confusione sulla notizia. Vedremo quali ripercussioni avrà sul resto del mondo. In questo momento dobbiamo essere vigili per evitare che i 13-15 milioni di tonnellate che non andrebbero più negli USA si riversino in Ue, che resta il mercato più aperto del mondo. Importante comunque che non si inizino guerre commerciali».
«I flussi verso il mercato Usa non cambieranno di molto, la mia maggior preoccupazione ha commentato il presidente di Assofermet Tommaso Sandrini - è legata alle possibili dinamiche di reazione e contro reazione. L’effetto dazi potrebbe invece innescare aumenti di prezzo che penalizzerebbero gli stessi player americani». Con Rita Paesan, direttore commerciale di Mpl azienda dal 2017 entrata nel gruppo Feralpi, «la difficoltà è trasferire a valle gli aumenti dei prezzi in un settore come il nostro (edilizia) ancora in crisi». «La commessa si prende oggi e si consegna dopo due anni. Il rischio legato alle fluttuazioni di prezzo dell’acciaio – ha ricordato Angelo Baronchelli, presidente di AB - è tutto a nostro carico. Se si vuole operare sul mercato, la marginalità arriva nel tempo».
L’andamento Maggior consumo di materiale per le costruzioni, rallenta l’automotive