Notte di passione Brescia a Bari Germani a Capo
Tutto in un giorno: partenza alle 10 da Montichiari, ritorno in nottata. Il costo e le modalità della trasferta a Bari, complicata dall’anticipo (la Serie A riposa) e da un convegno medico che ha impedito alla società di trovare alloggio nel raggio di 70 chilometri dal centro città, hanno mandato su tutte le furie il presidente Cellino («Economicamente — commenta — è stata una sciagura. È un’ingiustizia, non partirò, sono troppo arrabbiato»), obbligato a mettere mano al portafoglio per noleggiare due charter, pronti al decollo nonostante qualche problema emerso nel tardo pomeriggio di ieri.
Il Bari, quinto in classifica, imbattuto nelle ultime 6 partite (non ha mai vinto nelle ultime tre), è un rivale che il Brescia conosce bene: gli incroci storici sono 83, con 40 sfide in Puglia, tutte complicate (7 vittorie). L’impegno delle 20.30 non sarà diverso: oltre ai quattro nazionali e all’infortunato Dall’Oglio, non è partito per infortunio neanche Okwonkwo, l’uomo della svolta contro la Cremonese. «Da quel secondo tempo si riparte, rivoglio quel furore agonistico», ha detto Boscaglia. «E non andremo a chiuderci, altrimenti finiremmo per perdere», ha aggiunto. Nella lista dei convocati, non per colpa sua, compaiono però 8 difensori — tra cui Konstantinidis, oggetto del mistero — sui 19 partenti, con il baby Mattia Viviani, classe 2000, a rimpolpare un centrocampo ridotto all’osso. E’ indiziato addirittura di una maglia da titolare, per non subire l’inferiorità numerica contro la mediana a tre (come accaduto con Novara e Cremonese) di Fabio Grosso, che all’andata Marino impallinò con un efficace 3-4-2-1. Anche sull’altra sponda i problemi non mancano: le assenze totali sono 8, tra cui Brienza e Floro Flores ma soprattutto buona parte del reparto arretrato. Per questo il Brescia medita di giocarsela «a mente sgombra, con senso del pericolo ma senza paura» (cit Boscaglia), con Torregrossa affiancato da Embalo e uno tra Caracciolo e Furlan. Cancellotti coprirà il buco lasciato dallo squalificato Coppolaro, sfruttando l’abbondanza di una difesa che deve però pensare a fare il suo mestiere: da Vercelli in avanti, Minelli è sempre stato battuto e non si può pretendere calcio champagne da chi, per salvarsi, deve farsi bastare quello che ha nel frigorifero.