Desenzano sogna le terme
Due serbatoi di acqua calda in profondità. E la società adesso cerca investitori
L’acqua calda c’è: due serbatoi nella profondità del lago. Un toccasana per il turismo, garantirebbe la destagionalizzazione. Il progetto è da 15 milioni: si cercano investitori.
Se l’obiettivo ultimo è la destagionalizzazione — turisti anche d’inverno — allora un parco termale con centro benessere appare la strada giusta. Si tratta di un progetto da 15 milioni euro, che potrebbe rilanciare Desenzano e moltiplicare i posti di lavoro.
Le premesse sono custodite a 950 metri di profondità, nella zona del Vo’, proseguendo oltre il lungolago Cesare Battisti. È in quell’area che la ditta Adastra Engineering di Torre di Mosto (Venezia) ha eseguito una ricerca «sismica», ancora nel 2014. Oggi, a distanza di anni, sappiamo che l’acqua calda c’è. Ed è conservata in due serbatoi, a profondità di 450 e di 950 metri. Ma c’è di più, come ha spiegato il geologo Fabio Molinari. «Il serbatoio più profondo presenta la stessa formazione geologica di quello di Sirmione. E quindi ci sono buone probabilità che l’acqua al proprio interno sia quella termale». Una deduzione che il geologo trae dalla somiglianza calcarea riscontrata durante la «radiografia» del sottosuolo del Vo’ (Desenzano) realizzata in questi anni.
«Noi abbiamo ottenuto alcune evidenze importanti che ci spingono ad andare avanti. Ora il passo successivo — spiega Franco Visconti, presidente della società Terme di Desenzano srl — è cercare degli investitori che proseguano il lavoro». Realizzando così il progetto del parco termale da 15 milioni. Chi inizierà lo scavo del pozzo scoprirà la natura idrogeologica e le caratteristiche chimiche dell’acqua con prove di temperature e campionamenti.
Oggi, però, si presume già quali siano le temperature: 30-35 gradi per il serbatoio meno profondo, con una portata attesa di circa 12 fino a 15 litri al secondo; tra i 60 e i 65 gradi per l’altro serbatoio, stimando una portata dai 20 ai 30 litri al secondo, hanno spiegato i geologi.
L’anno scorso, con atto dirigenziale numero 1882, la Provincia ha autorizzato la società Terme di Desenzano srl all’escavazione di un «pozzo esplorativo». È nell’area del Vo’, dove un tempo sorgevano le cantine Visconti, che si procederà a perforare il terreno. La costruzione del pozzo rappresenta un impegno economico importante, ma è l’intero progetto del centro benessere che guarda lontano. «L’idea è lanciare un concorso di idee per un parco termale di caratura europea», spiega Marco Polettini, presidente degli albergatori di Desenzano.
«Pensiamo a un centro da due o tremila metri quadrati, con vasche e spa. Ma per un progetto del genere — ragiona Vittorio Cerini, patron del Park hotel — servono 15 milioni di euro». Cifre che si trovano con il sostegno di grandi investitori, italiani o stranieri. Ma anche banche o fondi comuni. E i soci di Terme di Desenzano srl (le famiglie Visconti, Baresani, Cerini e gli albergatori) sono proprio alla ricerca di qualcuno che voglia fare business. «Sappiamo che nei paesi turistici, per esempio Merano, i centri benessere hanno un grande successo, altrove invece soffrono» sottolinea Cerini.
Tra incartamenti e autorizzazioni, la società è riuscita a ottenere tutti i permessi. Ora gli studi e le elaborazioni confermano che l’acqua calda è presente: non si tratta di un’alchimia. Le formazioni geologiche, poi, fanno ben sperare.