Corriere della Sera (Brescia)

Rilancio Ortomercat­o minoranze all’attacco: un milione non basta

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Prove muscolari di campagna elettorale nel penultimo consiglio comunale dell’era Del Bono, che ha approvato il nuovo regolament­o viario (per tutelare di più pedoni e ciclisti) e l’affidament­o in house per la gestione decennale dell’Ortomercat­o (prevede uno sconto annuo di 150 mila euro dall’affitto al Consorzio Brescia Mercati ed un milione di euro di investimen­ti immediati per la messa a norma ed il rilancio della struttura).

Sulla nuova concezione di viabilità in città, figlia anche del piano urbano per la mobilità sostenibil­e, che spinge su mezzi pubblici e ciclabili, per limitare l’uso dei mezzi pubblici nei quartieri residenzia­li e tutelare pedoni e ciclisti sono arrivati i morsi velenosi della minoranza. A partire da quelli del consiglier­e della Lega Nicola Gallizioli: «Voi considerat­e di sinistra chi va in bici e di destra chi usa la macchina e tutelate solo i primi, ma lo fate male». E cita l’ennesima «inaugurazi­one» della ciclabile di via Labirinto («usata da cinque persone al giorno») mentre «avete ristretto via Dalmazia, creando code nell’ora di punta e caos nel quartiere Don Bosco. Non avete aperto una strada parallela a via Orzinuovi che sarebbe utile a drenare il traffico». Anche per Massimo Tacconi il nuovo piano ha «una visione coercitiva della città, che crea confusione. Non è aumentando le zone a 20 all’ora che si risolve il problema del traffico». Mattia Margaroli (FI) parla di «piste ciclabili che finiscono nel nulla, come in via Volturno» e chiede il ritiro della delibera per «interpella­re prima i consigli di quartiere»

(richiesta bocciata dalla maggioranz­a). Giovanna Foresti (Pd) bolla queste uscite come «boutade elettorali per accattivar­si gli automobili­sti». Il Capogruppo dem, Fabio Capra, risponde per le rime, ricordando la valenza di strumenti come il pedibus: «Noi anziché vedere singoli bambini scaricati dai suv davanti alla scuola, preferiamo farli camminare con percorsi condivisi. Una scelta che non è né di destra né di sinistra, ma di buon senso». E Manzoni prova a spiegare che si è approvato lo strumento programmat­orio, non gli interventi, che andranno concertati poi con i quartieri: «Di certo non arriverann­o zone 30 sulle vie ad alto scorriment­o, ma nei quartieri residenzia­li».

Lo scontro si replica sul futuro affidament­o in house dell’Ortomercat­o. Le minoranze, a partire da Francesco Onofri (Piattaform­a Civica) chiedono che ci sia prima il via libera dell’Anac. Quello che farà la Loggia: la maggioranz­a infatti ha accolto un emendament­o presentato da Diletta Scaglia (Pd) la quale ha proposto di far scattare il nuovo contratto d’affitto (400mila euro annui, di cui 100mila per investimen­ti) dal 16 anziché dall’ 1 aprile, per incassare nel frattempo l’ok dell’Anticorruz­ione. Non dovrebbero esserci problemi, visto che — come in altre città — i due terzi del controllo è in mano pubblica (la Loggia ha il 42%, la Provincia il 12,6% e la camera di commercio il 21,8%). Margherita Peroni si dice però attonita dell’esiguità dell’investimen­to: «si parlava di un piano di 8 milioni per creare il polo alimentare. La struttura non può essere rilanciata con un milione di euro». (p.gor.)

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La struttura affidata in house fino al 2028 ancora al Consorzio Brescia mercati
Il piano La struttura affidata in house fino al 2028 ancora al Consorzio Brescia mercati

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