2030, così l’odissea nel futuro
Sandro Belli immagina una «Città grande» non nelle dimensioni ma nel respiro europeo
Pensare in grande guardando al dettaglio. Tracciare una città ideale partendo da concretissime proposte. Il tutto con l’obiettivo di offrire alla comunità un’ambizione condivisa, un traguardo e un orizzonte che superi (sia pure di poco) il decennio.
Sono questi i criteri che ispirano il nuovo libro di Alessandro Belli «BresciaCittàGrande2030. Suggerimenti e idee per un’ipotesi/progetto di Brescia nei futuri anni Trenta». Un testo che si offre — persino nel formato e nell’impaginazione — come un album da sfogliare, alternando idee e suggestioni, disegni e testi acuminati.
Belli, imprenditore e umanista con il gusto del confronto, amante dell’arte e «saggio» in quel pensatoio che Emilio Del Bono ha voluto accanto a sé a inizio mandato, ha riunito a sua volta alcune intelligenze per sfornare idee e pensieri lunghi da offrire a Brescia. Ne è nata l’associazione «BresciaCittàGrande» che ora dà titolo e sostanza a un volume fitto di progetti.
La città sognata da Belli non è grande per le dimensioni ma per il disegno civile, l’organizzazione, il respiro europeo, le diffuse soluzioni innovative. Una piccola grande capitale della dinamicissima Lombardia Orientale.
Le tante proposte che Belli e i suoi elaborano mancano di piani economici e studi di fattibilità, e in questo senso attirano l’accusa di astrattezza. Ma in tanti casi sono realizzabili a costo (quasi) zero, talvolta sono già state compiute, quasi sempre offrono suggestioni intriganti a chi governa — o semplicemente vive — la città.
Belli rompe il tabù del «consumo di suolo zero» e propende per l’ammissione di nuove edificazioni, a patto che altrettante superfici coperte da costruzioni vecchie, obsolete e insignificanti vengano liberate a colpi di ruspa.
Condivisibile è la proposta di pensare sempre la città in funzione delle categorie dei cittadini: no dunque a una città «indistinta», sì invece a una città per famiglie, per giovani, per anziani. A questo proposito Belli conia una definizione appuntita: «I giovani spesso portano allegria, entusiasmo e novità, ma sono i vecchi che portano decoro e saggezza». Di qui un’avvertenza colma di saggezza: le città troppo «smart» scoraggiano e disorientano i vecchi.
Nel movimento sistolico/diastolico del pensare in grande e soffermarsi sul dettaglio si collocano le proposte di dotare Brescia di un «Museo del futuro», di ribattezzare piazza Vittoria come Piazza del Novecento (con tutte le conseguenze culturali e museali del caso), di riservare una cura speciale ai marciapiedi, di far convivere la residenza ed edifici industriali di qualità, di nobilitare il Cidneo con esposizioni florovivaistiche temporanee e permanenti, di dotare la città di studios della creatività e di una scalinata per i giovani che vogliono godersi il sole.
Illuminante la proposta di orientare la città all’abbattimento non solo delle polveri sottili ma anche dell’eccesso di rumore, puntando su materiali fonoassorbenti e macchinari a bassissima emissione di rumore. Belli perora senza se e senza ma la realizzazione del tunnel della Maddalena, ma sul monte dei bresciani si concentra anche una seconda proposta: farne una grande parco agricolo urbano.
La città ideale di Belli e dei suoi dovrebbe avere un grande arco d’ingresso per celebrare la Mille Miglia, una grande torre in vetro e acciaio a tronco di piramide con un ascensore per salire in castello, un sovrappasso che riunisca i Ronchi al Cidneo, templi di varie religioni per spezzare il dualismo cristiani/musulmani, una funivia per salire in Maddalena, una grande parete verde in piazza Rovetta che celi passerelle e affacci sulla città, una piazza del Mercato che diventi piazza della Cultura e allo stesso tempo Università all’aperto.
Da questa come da altre proposte di Belli si potrà dissentire, su tutte si potrà dissertare, ma a chi stimola i bresciani a pensarsi in grande va riconosciuto un grande merito: la fiducia nella virtù rigeneratrice — per la mente oltre che per la città — delle idee e della loro disseminazione.