Piovani lancia la sfida «Juve, ora a noi due»
Brescia femminile si gioca lo scudetto: pronti a vincere
mi hanno dato un grosso aiuto. Ancora oggi, mi confronto con le ragazze sulle calciatrici avversarie. Se un blocco di ragazze parte vuol dire che un ciclo è finito». Da agosto è iniziato il suo e i numeri si sono ingrossati: il Brescia ha vinto 16 partite su 17 («ci avrei messo la firma, ero io il più grande punto di domanda»), sarebbe primo in ogni campionato ma non nella Serie A femminile. Perché il drago Juve le ha vinte tutte, inclusa la sfida d’andata, fedele al motto di Boniperti: «Vincere è l’unica cosa che conta». Valeva per il grande Giampiero e anche per Gianpietro: sabato, a Vinovo, Piovani vuole essere il primo allenatore a battere le bianconere e riprendersi la vetta, pur in coabitazione: «È la partita della vita, andiamo là per vincere e provare a prenderci lo scudetto. Ho costruito questo gruppo con umiltà, ma anche gli umili sono ambiziosi». E i diffidenti ora cosa pensano? «Hanno capito che ho anticipato i tempi di 4 o 5 anni. Vorrebbero essere al posto mio, ma almeno sino al 2018-19 sulla panchina del Brescia resterò io». Qualche «no grazie» lo ha detto lui, anche a Massimo Cellino (aveva sondato il terreno per un ruolo al vertice del settore giovanile), suo tifoso quando giocava nel Cagliari del presidente Orrù. I controsensi del calcio femminile restano, la gara dell’anno si giocherà alle 15 dopo gli impegni della
nazionale, la cui spina dorsale è composta da bianconere e Leonesse. All’andata il calendario fu ugualmente bizzarro. «Non potevamo giocare in contemporanea con la Juve maschile la domenica, loro hanno proposto il lunedì alle 20.30. Ma i nostri tifosi avevano prenotato il pullman e le ragazze si sono opposte». Anche questo è il calcio femminile: «Per migliorarci servirebbe più forza fisica, sulla tattica ce la giochiamo con tutti». A lui piace così. E pure a sua moglie: «Dice che da quando alleno le ragazze sono migliorato come marito e sono meno nervoso a cena. Ho smussato molti angoli del mio carattere, però sul campo sono sempre io. Le donne hanno la stessa tecnica degli uomini, sono diversi solo i tempi di esecuzione. È lo stesso gioco».