Luca Vitali: «Sono il regista dello spot più bello del basket»
Il play: «Io e Diana in simbiosi». Il tecnico oggi rinnova fino al 2020
Non chiamatelo solo playmaker. Luca Vitali, 32 anni tra un mese, per la Germani rappresenta molto di più: è la coscienza, l’esperienza, la lucidità di un gruppo che «sta scrivendo la storia» e di una società che «rappresenta lo spot più bello per il basket italiano». Tutte parole sue, anche se il regista di Andrea Diana («Io e lui siamo in simbiosi, non abbiamo bisogno neanche di parlarci in campo»), l’allenatore cui oggi verrà rinnovato il contratto sino al 2020, è abituato a raccontarsi attraverso la pallacanestro.
E i suoi numeri da fantascienza alla voce assist, 6,2 di media a gara, dato senza eguali nel campionato italiano, spiegano chi sia Luca Vitali anche fuori dal parquet: «Un tipo altruista — dice lui, quasi arrossendo — mi piace vedere i compagni felici. Preferisco un assist a un canestro. Il basket è un gioco di squadra. E la Germani sta dimostrando di essere un grande gruppo, io ne vado fiero». Il nuovo americano Cotton, pronto all’esordio a Venezia, potrebbe consentirgli di rifiatare qualche minuto: «Io sono contento anche dei minuti e delle prestazioni che sta offrendo Andrea Traini (il suo vice, ndr). Bryce è un eccellente innesto, non dobbiamo creare però troppe aspettative su chi è arrivato: è giovane e noi siamo stati bravi sin qui a non fare mai il passo più lungo della gamba». Il che non significa evitare di sognare, ma un regista deve saper miscelare ambizioni e realtà: «In questo momento non firmo per alcun piazzamento, la sfida di domenica a Venezia (sua ex squadra e seconda in classifica con due punti in più) è molto affascinante ma ai play off inizierà un altro campionato». Questa Germani ha sorpreso anche lui? «C’era un percorso di crescita in atto, aver confermato — spiega — il nucleo della scorsa stagione era la premessa migliore. Così rapidi nella scalata, però, non pensavamo di essere». A Brescia, Vitali senior vuole mettere radici anche con il «piccolo» Michele, stellare nelle ultime uscite, «un giocatore di grande qualità prima che un fratello». Conosce a memoria i canti dei tifosi, «il nostro valore aggiunto», pregusta — grazie ai nuovi calendari internazionali — le prime vacanze lunghe dopo circa 15 estati passate in nazionale, «Sarà contenta mia moglie, non abbiamo nemmeno potuto andare in viaggio di nozze l’anno scorso», oltre oceano ha un amico speciale di nome Marco Belinelli, cresciuto con lui a Bologna masticando basket ad ogni ora: «Siamo la testimonianza che questo sport è sacrificio, gioia...». E arte. Quando la palla esce dalle mani di Luca Vitali, il Pala George sembra la Galleria degli Uffizi.