Inceneritore, altro taglio ai fumi
Il sindaco: «A2A ora ci affianchi nell’efficientamento energetico degli edifici pubblici»
Per i prossimi tre anni l’inceneritore non diminuirà i quantitativi di rifiuti inceneriti perché prima A2A deve garantire alla città nuovo calore (da accumulatori, fumi dell’Alfa Acciai e solare termico). Ma la multiutility già dal 2019 migliorerà ulteriormente l’impianto di abbattimento delle emissioni, con 60 milioni di investimento. Ed entro il 2022 dirà addio al carbone. Ma il sindaco Del Bono rilancia: «Ci aiuti nell’efficientamento degli edifici pubblici».
Nel 2019 inizieranno lavori da 60 milioni di euro sul termovalorizzatore per abbattere ulteriormente le emissioni, che porteranno al dimezzamento degli ossidi d’azoto. Nel frattempo A2A inizierà a realizzare altri due accumulatori di calore (prodotto dai suoi impianti) ed un grande parco solare termico, recupererà i fumi bollenti prodotti da un’altra acciaieria (Alfa Acciai) così da arrivare entro il 2022 a dire addio al carbone alla centrale di Lamarmora (che sarà alimentata solo a metano). L’addio all’inquinante fonte fossile arriverà tre anni prima di quanto stabilito dalle direttive nazionali.
L’ambiente resta al primo posto nell’agenda dell’amministrazione Del Bono e ieri il sindaco — affiancato dai vertici della multiutility, di cui il Comune detiene il 25 per cento delle azioni — ha ricordato come gli assiomi green del futuro piano industriale si apprestino a diventare realtà e non solo slogan sulla carta. Il sindaco però — in caso di riconferma — è intenzionato a chiedere alla multiutility un impegno concreto per migliorare «l’efficientamento energetico degli edifici pubblici» (partendo dalla coibentazione di scuole e palestre) così da diminuire in modo massiccio la richiesta di energia calorica. Azioni essenziali per arrivare poi a chiedere la diminuzione del conferimento di rifiuti all’inceneritore (circa 700mila tonnellate l’anno di cui meno della metà provenienti da città e provincia). «Un maggior recupero di calore dagli impianti esistenti — spiega il sindaco Del Bono — ci permetterà poi di riequilibrare il conferimento di rifiuti al termovalorizzatore». La «promessa» chiusura della terza linea quindi, slitta giocoforza dopo il 2022, quando saranno disponibili fonti alternative di calore e si inizierà a diminuire seriamente la richiesta di energia termica dei vecchi edifici colabrodo.
L’amministratore delegato di A2A, Luca Valerio Camerano, ieri è entrato nel dettaglio dei prossimi investimenti green sulla città: «nel 2019 inizieranno i lavori su tutte e tre le linee del termovalorizzatore, dove in 18/24 mesi installeremo altre tecnologie all’avanguardia con cui abbattere ulteriormente le emissioni, che sono già molto inferiori ai limiti di legge, grazie anche ai 250 milioni di euro di investimenti fatti negli ultimi dieci anni». Del Bono su questo punto è netto: «È un investimento non più dilazionabile, sulla questione fumi c’è ancora da lavorare; non tanto per le polveri sottili ma per gli ossidi d’azoto, che vanno dimezzati. In questi anni abbiamo fatto grandissimi passi avanti, che non possono essere interrotti». Sul recupero di calore A2A si preparata ad installare due nuovi accumulatori (per complessivi 5 Mw) che verranno realizzati a Lamarmora ed alla centrale nord, vicino agli Spedali Civili: costeranno 5 milioni di euro e saranno in grado di immagazzinare per nove ore 10 mila metri cubi di acqua calda prodotta la notte, per poi rilasciarla nelle ore diurne, «quando ce n’è più bisogno». La giunta Del Bono nei giorni scorsi ha già dato l’ok alla loro realizzazione. Prosegue anche il dialogo tra A2A ed Alfa Acciai per replicare quanto fatto all’Ori Martin: recuperare i fumi sprigionati dall’acciaieria per riscaldare altre duemila famiglie. Ferma per ora la trattativa con altre tre fonderie dell’hinterland.
Del Bono
Sul tema fumi c’è da lavorare: bene i dati sulle PM10 ma gli ossidi d’azoto vanno dimezzati
Camerano
Emissioni già oggi molto inferiori ai limiti di legge ma altro passo avanti con 60 milioni di lavori