Riuso: Brescia città da record
«In fatto di economia circolare e recupero dei rifiuti i territori gestiti da A2a, Brescia in testa, sono più virtuosi di Svezia e Svizzera». Le affermazioni dell’amministratore delegato di A2A Ambiente, Fulvio Roncari, e dell’amministratore delegato di A2A, Valerio Camerano, vengono suffragate da una serie di slide comparative. Per dire che sì, la multiutility partecipata dai comuni di Brescia e Milano sta inseguendo a grandi passi le coordinate dettate dall’Unione Europea, che ha vietato il ricorso alla discarica per i rifiuti urbani.
I territori gestiti da A2A recuperano il 68% di rifiuti, un altro 32% viene portato a termovalorizzazione e solo l’ 1% finisce in discarica, spiegano i manager A2A (anche se a Brescia la proporzione di ceneri del termovalorizzatore che oggi finiscono in discarica è maggiore). E mostrano il paragone con uno dei paesi simbolo dell’economia circolare, la Svezia appunto, che differenzia il 49% di rifiuti ne termovalorizza il 59% e ne porta in discarica solamente l’ 1%. L’Italia nel suo complesso invece è ben distante da queste percentuali, visto che porta in discarica ancora il 26% dei suoi rifiuti urbani, ne recupera il 55% e ne termovalorizza il 19% (una situazione paragonabile a quella della Germania del Duemila). Il «trend green» non finirà qui, promette Camerano: «se oggi recuperiamo un milione di tonnellate l’anno il nostro piano industriale si è posto l’obiettivo di arrivare a 1,5 milioni di tonnellate al 2022». La strategia verde della multiutility viene apprezzata anche dai mercati: ieri il titolo in borsa ha toccato 1,64 euro (il massimo da inizio ottobre 2008). Strategia che ha nel Bresciano delle eccellenze: nell’impianto di compostaggio di Bedizzole, ad esempio, si trattano 80mila tonnellate l’anno di sfalci di potature «che diventano compost di qualità utilizzato anche nei vigneti di Franciacorta e biomasse per l’alimentazione di centrali a cogenerazione» ricorda Roncari. A fianco di questo impianto A2A sta realizzandone un secondo dove trattare anche 70mila tonnellate di «umido» (da mescolare agli sfalci) per produrre 20 milioni di metri cubi l’anno di biometano, sufficienti ad alimentare mille autobus l’anno.
Se la capacità di termovalorizzazione in città ha raggiunto il suo massimo (anzi, il sindaco punta ad una sua diminuzione), il recupero di materia può ancora migliorare, attestandosi sul 70% di differenziata (oggi siamo al 65%).
«La differenziata è cresciuta nel giro di un anno e mezzo del 17,5%, un balzo che non ha pari tra le grandi città» ricorda soddisfatto l’assessore all’Ambiente Gianluigi Fondra. «I nostri cittadini hanno fatto uno sforzo importantissimo» aggiunge il sindaco Del Bono, e in futuro potremo migliorare ancora il servizio, agendo con efficacia su tema decoro e sulla definizione degli orari di esposizione». Per Fondra ora ko sforzo di Brescia deve essere riconosciuto anche negli accordi tra Anci e Conai (il consorzio nazionale che coordina il sistema di recupero di materiali) con una maggiore scontistica su Brescia. Scontistica che dal prossimo anno potrebbe già essere ripartita sulle singole famiglie (ed esercizi commerciali) introducendo la tariffa puntuale: un microchip dovrebbe conteggiare solo i conferimenti nei cassonetti dell’indifferenziato; meno lo si utilizza meno si pagherà.
L’aiuto dal Conai Per Fondra, l’istituzione che presiede al recupero deve dare più contributi a Brescia