Corriere della Sera (Brescia)

Oggi l’autopsia sul corpo di Sana

Stavano andando in Iran. La ragazza morta il 18 aprile in circostanz­e da chiarire, il 19 sarebbe tornata a Brescia

- di Lilina Golia

Dall’iscrizione nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio e sepoltura senza autorizzaz­ione all’arresto. Lo zio, il padre e il fratello di Sana Cheema — la 25enne italopakis­tana morta in Pakistan il 18 aprile — sono in custodia della polizia locale. Sono stati fermati nonostante il tentativo di fuggire in Iran. Le autorità locali paiono non avere dubbi: si tratta di un delitto d’onore. E i giornali pakistani ieri hanno riportato ampiamente la notizia. Ma saranno i medici legali a fare chiarezza sulla misteriosa scomparsa della ragazza. Il corpo sarà riesumato oggi e affidato ai medici per l’autopsia.

Oggi il corpo di Sana Cheema verrà riesumato per l’autopsia. I medici potranno stabilire la causa esatta della morte. Ma in custodia della polizia locale per omicidio e sepoltura non autorizzat­a di cadavere ci sono già il padre, il fratello e lo zio della ragazza che aveva lasciato Brescia a novembre e avrebbe dovuto tornare il 19 aprile, il giorno successivo alla sua morte. Mustafa Ghulam, 55 anni, il fratello 31enne, Adnan, e lo zio Iqbal Mazha sono in carcere. Sono ritenuti responsabi­li dell’uccisione di Sana e sono stati fermati mentre cercavano di varcare il confine con l’Iran. Nell’omicidio sarebbe coinvolto anche un cugino, che avrebbe portato il corpo a Kot Fath per la sepoltura, e nel registro degli indagati potrebbe finire anche il medico che ha firmato il certificat­o di morte, ma che, secondo quanto riferito dal segretario della comunità pakistaan in Italia, Raza Asif, sarebbe stato il primo ad accusare i familiari della ragazza.

La procura di Brescia, nel frattempo, aspetta notizie dalle autorità locali per prendere iniziative ufficiali. «Se sarà confermato che si tratta di omicidio, avendo la ragazza acquisito la cittadinan­za italiana, si potrà procedere anche nel nostro Paese, a condizione che i responsabi­li arrivino in Italia». Il procurator­e generale Pier Luigi Maria Dell’Osso segue da vicino gli sviluppi del lavoro degli investigat­ori pakistani per chiarire le circostanz­e della morte a Gujrat della giovane di origine pakistana, ma da anni di casa nel quartiere di Fiumicello a Brescia. Per il momento il sostituto procurator­e Ambrogio Cassiani ha in carico un fascicolo senza ipotesi di reato e senza alcun indagato. Anche se le autorità pakistane pare non nutrano alcun dubbio. Nelle ultime ore era circolata l’ipotesi che la 25enne potesse essere stata avvelenata. Ipotesi supportata anche dal malore accusato qualche giorno prima dalla giovane. Sana, secondo i primi accertamen­ti, potrebbe essere stata uccisa già il 18 aprile, e non il 21 come inizialmen­te ipotizzato, e subito seppellita (in un luogo lontano da Mangowal, dove sono sepolti i suoi parenti), senza autorizzaz­ione, per cercare di nascondere quella che sembra una vera e propria esecuzione. Una punizione per quell’ atto di ribellione intollerab­ile per i familiari- a un matrimonio che la famiglia aveva già organizzat­o per lei, promessa sposa a un ragazzo che non amava. Sana il suo futuro lo vedeva accanto a un altro ragazzo, conosciuto a Brescia, pure di origine pakistana, del quale era innamorata da tempo.

I suoi sogni si sono infranti durante uno dei viaggi che periodicam­ente faceva nella sua terra d’origine. Era partita con la madre alla fine di novembre da Brescia. Il padre da qualche tempo si era trasferito in Germania, a Fiumicello era tornato tre settimane fa per sbrigare le pratiche di affitto della loro casa. Resta da capire il perché del protrarsi così a lungo della permanenza di Sana a Gurjat e chiarire se si tratteness­e lì contro la sua volontà. Gli amici in Italia, avuta la notizia della morte della ragazza avevano manifestat­o i loro sospetti alle autorità locali. I famigliari, interpella­ti, hanno prodotto un certificat­o di morte per infarto. La diffusione della notizia in internet ha convinto la polizia pakistana a vederci chiaro. E ieri le prime pagine dei giornali pakistani erano tutte per Sana, italo-pakistana vittima di un delitto d’onore.

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Sana Cheema Oggi la riesumazio­ne
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Pakistan Sana, il verbale in cui si dà notizia dell’indagine a carico di zio, fratello e padre (a destra con i baffi) per omicidio e sepoltura non autorizzat­a

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