Corriere della Sera (Brescia)

Pugni e calci a figlia 13enne che posta foto su Instagram

- F. Ber.

Punita per una foto su Instagram. E non con un rimprovero o un divieto di uscire alla sera, come ci si potrebbe aspettare, a prescinder­e dalla validità o meno del motivo, da un padre verso un figlia che si affaccia all’età dell’adolescenz­a. Lo ha fatto con una scarica allucinant­e di botte che la ragazzina, 13 anni, ha incassato per poi finire all’ospedale con un trauma cranico e contusioni in tutto il corpo. È successo nei dintorni di Vimercate, dove l’uomo, un impiegato di 38 anni, italiano, è stato arrestato e condotto in carcere con l’accusa di maltrattam­enti in famiglia. La vicenda, che starebbe rivelando ora, dopo la denuncia della madre della giovane, anni di vessazioni tra le mura di casa (risulta solo una denuncia del 2015 che però era stata archiviata), ha raggiunto il suo apice domenica sera. Al 38enne arriva via WhatsApp, inviata da un parente, una foto presa dal social network Instagram, nella quale si vede la figlia che indossa una gonna. Tanto basta per scatenare la furia. L’immagine viene giudicata «poco opportuna» e per la tredicenne, appena tornata a casa, l’incubo prende forma. Le percosse. Violente, ripetute. Poi a voler stroncare ogni timido segno di vanità della ragazza, prende un tronchese col quale, secondo quanto riferito, taglia le unghie della figlia e rompe il piercing che portava all’ombelico. Sembra finita così, e già ci sarebbe tanto materiale per una denuncia. Ma la figlia e la madre 40enne, a sua volta pestata, vanno a dormire senza rivolgersi alle forze dell’ordine. Il mattino successivo, la giovane, per coprire i segni delle violenze in faccia, si mette un pesante strato di trucco e va a scuola. Il padre pretende che la donna vada a riprenderl­a subito per riportarla a casa. Nemmeno il tempo di varcare la porta di ingresso, che la tredicenne viene bersagliat­a da una scarica di bastonate, fino a perdere i sensi. A quel punto la moglie corre disperata, in lacrime, da un’amica, per chiederle di chiamare i carabinier­i. Quando arriva la pattuglia della compagnia di Vimercate, la giovane è a terra, ancora semincosci­ente, dolorante e livida. Il padre è lì vicino. Alla vista delle divise non si scompone più di tanto. Li guarda, e come se fosse la cosa più naturale del mondo, dice: «Le ho solo dato una sculacciat­a».

È stato preso, arrestato e portato in una cella della casa circondari­ale di via Sanquirico, a Monza.

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