Corriere della Sera (Brescia)

Armi finte e coltelli sotto il cuscino Presa la baby gang della Brianza

Vimercate, nella banda sei minorenni. Le rapine sulla linea ferroviari­a Milano-Lecco

- Federico Berni

MONZA Presi uno ad uno, piangevano come bambini davanti allo sguardo incredulo dei loro genitori. Tutti insieme in una stanza della caserma dei carabinier­i di Vimercate erano tornati i bulletti spavaldi di sempre. Quelli che prendevano di mira i viaggiator­i sui treni della linea Milano-Lecco, quasi sempre giovani come loro, meglio se isolati e col fisico gracile, per rapinarli di telefono, cuffie, giubbotto o dei soldi, corredando le loro azioni con minacce gravissime, enfatizzat­e dal repertorio delle gang di strada: «Ti buco, ti taglio la faccia, ti ammazziamo».

Sono gli stessi otto ragazzi, nei confronti dei quali il Tribunale minorile di Milano, e quello di Monza, hanno emesso vari provvedime­nti restrittiv­i (tutti in carcere, tranne tre minori affidati in comunità), per 21 episodi di rapina commessi nell’arco di un solo mese, e per altri reati di lesioni e sequestro di persona. Sei di loro hanno 16 e 17 anni. Vivono nel vimercates­e: un italiano, due marocchini, un egiziano e due romeni, tutti cresciuti in Brianza. Figli di genitori integrati, lavoratori in regola. Altri due hanno 22 e 27 anni: Samir H., nato in Italia da famiglia magrebina, incensurat­o, e il siciliano Tindaro Mazza, rintraccia­to ieri pomeriggio a Rimini dai carabinier­i di Vimercate. I militari, comandati dal capitano Alberto Stanizzi, hanno condotto le indagini sulla gang che colpiva sui convogli regionali tra Lecco, Molteno e Porta Garibaldi, nei pressi delle stazioni di vari comuni, Monza compresa, e anche vicino alla stazione dei bus di piazza Marconi, a Vimercate. Era quest’ultimo luogo, assieme alla zona del centro commercial­e «Torri bianche», uno dei punti di ritrovo della banda, solita radunarsi nel pomeriggio prima di partire per le loro scorriband­e.

Secondo quanto ricostruit­o partendo da un episodio verificato­si a fine novembre, si muovevano in piccole «batterie» di tre, massimo quattro persone. Colpivano passeggeri isolati, minorenni ma non solo. Arrivavano subito al dunque, in modo violento e scomposto. Coltello alla gola, in certi casi anche una pistola (probabilme­nte giocattolo) appoggiata alla tempia della vittima, si impossessa­vano dei loro averi. Ad una vittima è stato impedito di scendere dal treno a Monza, in modo che non potesse chiedere aiuto («Se lo fai ti ammazziamo o ti buttiamo sotto al treno»). Altre venivano minacciate di morte se avessero osato sporgere denuncia.

Ma in un caso sono andati oltre. A Olgiate Molgora hanno sequestrat­o un altro straniero che, minacciato da quattro coltelli puntati, è stato condotto con la forza al bancomat e costretto a prelevare mille euro. Al momento delle perquisizi­oni, uno di loro è stato trovato a letto con un coltello sotto il cuscino. «Lo faccio per bellezza», si è giustifica­to.

L’assalto Le minacce a una giovane vittima: «Ti buco, ti taglio la faccia, ti ammazziamo»

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Le carte L’ordinanza con i provvedime­nti d’arresto contro i componenti della banda di baby rapinatori

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