Armi finte e coltelli sotto il cuscino Presa la baby gang della Brianza
Vimercate, nella banda sei minorenni. Le rapine sulla linea ferroviaria Milano-Lecco
MONZA Presi uno ad uno, piangevano come bambini davanti allo sguardo incredulo dei loro genitori. Tutti insieme in una stanza della caserma dei carabinieri di Vimercate erano tornati i bulletti spavaldi di sempre. Quelli che prendevano di mira i viaggiatori sui treni della linea Milano-Lecco, quasi sempre giovani come loro, meglio se isolati e col fisico gracile, per rapinarli di telefono, cuffie, giubbotto o dei soldi, corredando le loro azioni con minacce gravissime, enfatizzate dal repertorio delle gang di strada: «Ti buco, ti taglio la faccia, ti ammazziamo».
Sono gli stessi otto ragazzi, nei confronti dei quali il Tribunale minorile di Milano, e quello di Monza, hanno emesso vari provvedimenti restrittivi (tutti in carcere, tranne tre minori affidati in comunità), per 21 episodi di rapina commessi nell’arco di un solo mese, e per altri reati di lesioni e sequestro di persona. Sei di loro hanno 16 e 17 anni. Vivono nel vimercatese: un italiano, due marocchini, un egiziano e due romeni, tutti cresciuti in Brianza. Figli di genitori integrati, lavoratori in regola. Altri due hanno 22 e 27 anni: Samir H., nato in Italia da famiglia magrebina, incensurato, e il siciliano Tindaro Mazza, rintracciato ieri pomeriggio a Rimini dai carabinieri di Vimercate. I militari, comandati dal capitano Alberto Stanizzi, hanno condotto le indagini sulla gang che colpiva sui convogli regionali tra Lecco, Molteno e Porta Garibaldi, nei pressi delle stazioni di vari comuni, Monza compresa, e anche vicino alla stazione dei bus di piazza Marconi, a Vimercate. Era quest’ultimo luogo, assieme alla zona del centro commerciale «Torri bianche», uno dei punti di ritrovo della banda, solita radunarsi nel pomeriggio prima di partire per le loro scorribande.
Secondo quanto ricostruito partendo da un episodio verificatosi a fine novembre, si muovevano in piccole «batterie» di tre, massimo quattro persone. Colpivano passeggeri isolati, minorenni ma non solo. Arrivavano subito al dunque, in modo violento e scomposto. Coltello alla gola, in certi casi anche una pistola (probabilmente giocattolo) appoggiata alla tempia della vittima, si impossessavano dei loro averi. Ad una vittima è stato impedito di scendere dal treno a Monza, in modo che non potesse chiedere aiuto («Se lo fai ti ammazziamo o ti buttiamo sotto al treno»). Altre venivano minacciate di morte se avessero osato sporgere denuncia.
Ma in un caso sono andati oltre. A Olgiate Molgora hanno sequestrato un altro straniero che, minacciato da quattro coltelli puntati, è stato condotto con la forza al bancomat e costretto a prelevare mille euro. Al momento delle perquisizioni, uno di loro è stato trovato a letto con un coltello sotto il cuscino. «Lo faccio per bellezza», si è giustificato.
L’assalto Le minacce a una giovane vittima: «Ti buco, ti taglio la faccia, ti ammazziamo»