Corriere della Sera (Brescia)

Le incisioni «parlate» di Tomasi

Una trentina di opere dell’artista triestino in mostra sul Naviglio Grande

- Marta Ghezzi

A volte è una singola parola, che può confonders­i con il disegno al punto da risultare quasi invisibile, o emergerne diventando l’asse portante. Oppure è un’intera frase, ripetuta, allungata, colorata, o lo stesso titolo dell’opera, espresso in modo grafico. Come in «Esco un attimo», dove l’incisore triestino Fulvio Tomasi fa risaltare la scritta accanto a un uomo che si allontana lasciando una poltrona vuota e un cane a farne la guardia. «Il titolo, o comunque un aspetto testuale, sono da sempre componenti importanti del mio lavoro, elementi che inserisco per completare un’immagine o rafforzare un pensiero», spiega Tomasi. L’artista inaugura domani al Centro dell’Incisione Alzaia Naviglio Grande la personale «Esco un attimo» (ore 18, Alzaia Naviglio Grande 66, fino all’8 maggio; mart-sab ore 16-19, domenica 9-19), che raccoglie una trentina di incisioni calcografi­che, per lo più acqueforti, per lo più in bianco e nero.

Il linguaggio di base è figurativo, anche se talvolta lo sguardo si indirizza verso l’astrazione, con una grafica che ricorda di frequente il tratto dei fumetti. Il risultato è una narrazione onirica che cattura e imprigiona lo sguardo. In «Arriva gente», Tomasi cerca di coniugare con ironia il mondo materiale alla immaterial­ità della spirito; in «Ci si vede» ecco comparire il titolo, in un blu acceso, e di colpo il colore apre un dialogo con le figure e le linee, mentre in «Ciò che esce», un sistema di scale, di memoria escheriana, crea un gioco surreale. L’occasione della mostra permette a Tomasi di presentare, insieme al critico d’arte Patrizia Foglia, anche il suo libro d’artista «Lento» (Edizioni Il Ragazzo innocuo di Luciano Ragozzino). Un volume prezioso, tirato in sessanta esemplari, numerati e firmati, con un’acquaforte e tre linoleogra­fie originali, accompagna­te da un breve testo sulla difficoltà del procedere, dell’andare avanti. «Trieste è una città introversa ed è stata la culla della psicoanali­si, influenze forti che si ritrovano anche nelle mie opere», dichiara l’artista.

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Bianco e nero «Esco un attimo» di Fulvio Tomasi in mostra al Centro dell’Incisione

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