Case a chi lavora in tribunale
Canone concordato per rendere Brescia più appetibile per chi viene da fuori
Le carenze croniche in tribunale sono note. Colpa anche dei prezzi della città. Ci ha pensato il Comune che ha ristrutturato 16 alloggi in centro e saranno a disposizione degli ottanta impiegati in arrivo.
Il complesso di proprietà comunale di contrada Santa Chiara 41, zona Carmine, è stato rimesso a nuovo e portato a nuova vita dalla precedente situazione di degrado. Il costo dell’operazione complessivo è stato di poco inferiore al milione 400 mila euro (1.369.000), di cui 1 milione 75mila cofinanziato dalla regione nell’ambito del programma regionale «Contratti di quartiere». Stabile storico (gli affreschi esterni, non ancora soggetti a intervento di riqualificazione, sono del 1400), i 1.100 metri quadrati di superficie sono stati trasformati in 16 alloggi. Ieri il taglio del nastro è stato fatto dal sindaco Del Bono — accompagnato per l’occasione dagli assessori Marco Fenaroli e Valter Muchetti — dal presidente della Corte d’Appello di Brescia Claudio Castelli e dal prefetto Annunziato Vardè.
Il motivo di tanto entusiasmo e presenza è presto detto: gli alloggi, come stabilito da un apposito protocollo sottoscritto col Comune, verranno infatti dati in locazione a canone concordato al nuovo personale amministrativo assegnato agli uffici giudiziari bresciani.
Come è noto gli organici della pubblica amministrazione sono scarsi, quelli della giustizia ancor più, ma fortunatamente qualche concorso ha ricominciato a essere fatto e in tempi recenti, in tre differenti tornate, a Brescia sono stati assegnati 80 assistenti giudiziari.
Bene, si ridurrà l’età media e, come osservato da Castelli, ci sarà un buon mix di entusiasmo ed esperienza. Il problema di Brescia piazza poco appetibile però resta: poco conosciuta, molto cara rispetto alla media, nell’ultimo concorso solo 10 bresciani su 5mila vincitori. «Arrivano da fuori — ha osservato Castelli —: noi vorremmo che si trasferissero e restassero qui».
Il bando con gli incentivi a restare, di cui l’alloggio a canone concordato è un pezzo, è stato emesso pochi giorni fa ed è (con Bergamo) progetto pilota a livello nazionale per aiutare la mobilità delle persone ed evitare soprattutto che un assistente sia sostenuto a fare in modo che Brescia diventi la sua città e non solo una tappa. I sedici alloggi ovviamente non risolvono il problema, ma sono un tassello, il pezzo di un percorso.
Ieri il prefetto ha ricordato che il protocollo, di cui i sedici alloggi sono una parte, ha coinvolto anche il Collegio costruttori con lo stesso obiettivo: «Il Collegio si è preso più tempo ma presto, siamo fiduciosi, ci saranno nuovi alloggi a disposizione».
Utilizzando alcune delle tante abitazioni rimaste ancora invendute. Gli ottanta assistenti si aggiungono all’annuncio di 50 nuovi addetti in questura e 80 alla Guardia di Finanza: «Un’inversione di tendenza significativa— ha osservato il sindaco —, che ci garantisce una presenza maggiore dello Stato».
Il tutto va a braccetto con la vocazione sempre più terziaria del territorio. Il sindaco è convinto che questa vocazione vada aiutata e che la ristrutturazione di un palazzo prima degradato nel quartiere del Carmine che a breve verrà abitato da assistenti giudiziari sia un piccolo ma fondamentale tassello per avere una città più bella domani.