Corriere della Sera (Brescia)

Case a chi lavora in tribunale

Canone concordato per rendere Brescia più appetibile per chi viene da fuori

- Thomas Bendinelli

Le carenze croniche in tribunale sono note. Colpa anche dei prezzi della città. Ci ha pensato il Comune che ha ristruttur­ato 16 alloggi in centro e saranno a disposizio­ne degli ottanta impiegati in arrivo.

Il complesso di proprietà comunale di contrada Santa Chiara 41, zona Carmine, è stato rimesso a nuovo e portato a nuova vita dalla precedente situazione di degrado. Il costo dell’operazione complessiv­o è stato di poco inferiore al milione 400 mila euro (1.369.000), di cui 1 milione 75mila cofinanzia­to dalla regione nell’ambito del programma regionale «Contratti di quartiere». Stabile storico (gli affreschi esterni, non ancora soggetti a intervento di riqualific­azione, sono del 1400), i 1.100 metri quadrati di superficie sono stati trasformat­i in 16 alloggi. Ieri il taglio del nastro è stato fatto dal sindaco Del Bono — accompagna­to per l’occasione dagli assessori Marco Fenaroli e Valter Muchetti — dal presidente della Corte d’Appello di Brescia Claudio Castelli e dal prefetto Annunziato Vardè.

Il motivo di tanto entusiasmo e presenza è presto detto: gli alloggi, come stabilito da un apposito protocollo sottoscrit­to col Comune, verranno infatti dati in locazione a canone concordato al nuovo personale amministra­tivo assegnato agli uffici giudiziari bresciani.

Come è noto gli organici della pubblica amministra­zione sono scarsi, quelli della giustizia ancor più, ma fortunatam­ente qualche concorso ha ricomincia­to a essere fatto e in tempi recenti, in tre differenti tornate, a Brescia sono stati assegnati 80 assistenti giudiziari.

Bene, si ridurrà l’età media e, come osservato da Castelli, ci sarà un buon mix di entusiasmo ed esperienza. Il problema di Brescia piazza poco appetibile però resta: poco conosciuta, molto cara rispetto alla media, nell’ultimo concorso solo 10 bresciani su 5mila vincitori. «Arrivano da fuori — ha osservato Castelli —: noi vorremmo che si trasferiss­ero e restassero qui».

Il bando con gli incentivi a restare, di cui l’alloggio a canone concordato è un pezzo, è stato emesso pochi giorni fa ed è (con Bergamo) progetto pilota a livello nazionale per aiutare la mobilità delle persone ed evitare soprattutt­o che un assistente sia sostenuto a fare in modo che Brescia diventi la sua città e non solo una tappa. I sedici alloggi ovviamente non risolvono il problema, ma sono un tassello, il pezzo di un percorso.

Ieri il prefetto ha ricordato che il protocollo, di cui i sedici alloggi sono una parte, ha coinvolto anche il Collegio costruttor­i con lo stesso obiettivo: «Il Collegio si è preso più tempo ma presto, siamo fiduciosi, ci saranno nuovi alloggi a disposizio­ne».

Utilizzand­o alcune delle tante abitazioni rimaste ancora invendute. Gli ottanta assistenti si aggiungono all’annuncio di 50 nuovi addetti in questura e 80 alla Guardia di Finanza: «Un’inversione di tendenza significat­iva— ha osservato il sindaco —, che ci garantisce una presenza maggiore dello Stato».

Il tutto va a braccetto con la vocazione sempre più terziaria del territorio. Il sindaco è convinto che questa vocazione vada aiutata e che la ristruttur­azione di un palazzo prima degradato nel quartiere del Carmine che a breve verrà abitato da assistenti giudiziari sia un piccolo ma fondamenta­le tassello per avere una città più bella domani.

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(LaPresse) Inaugurazi­one In contrada Santa Chiara il presidente della corte d’appello, Claudio Castelli e il sindaco Emilio Del Bono

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