Carceri, l’allarme di Canton Mombello «Subito i soldi per ristrutturarlo»
Sopralluogo di Borghesi e Formentini (Lega) con il Sinappe: «Qui mancano 40 uomini»
È un carcere dimenticato quello di Canton Mombello: le promesse di una nuova struttura (con l’ampliamento di Verziano) lo hanno messo nelle oggettive condizioni di chi, aspettando la casa nuova, non si cura di quella vecchia. Intanto gli «inquilini» sono tornati a livelli di guardia (365, duecento dei quali stranieri, ma la soglia di tolleranza è a quota 189) con tutti le complicazioni del caso: tensioni, risse, aggressioni, intemperanze, aggravate dalla presenza anche di detenuti «psichiatrici» approdati nei penitenziari dopo la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari. «Tutta questa situazione ricade sulle spalle della polizia penitenziaria che a Brescia dovrebbe poter contare su 200 agenti, ma ne ha solo 140/150 che fanno straordinari e mostrano quotidianamente un senso di responsabilità senza eguali». A parlare è Roberto Santini, segretario generale del Sinappe (il Sindacato autonomo della Polizia penitenziaria) che con Raffaele Pellegrino, segretario aggiunto, e il coordinatore Antonio Fellone ha fatto il punto sull’emergenza - Canton Mombello in compagnia dei parlamentari della Lega Paolo Formentini e Stefano Borghesi. Rapporto collaudato quello tra il Sinappe e il movimento di Salvini. «Chiediamo a loro di intervenire su questo carcere che è stato dimenticato. Si è parlato a lungo di un nuovo penitenziario, senza che dalle parole si passasse a qualcosa di più concreto, è su Canton Mombello non si è mosso un dito. Morale: personale insufficiente, ambienti cadenti, tensioni continue». Sul tema i parlamentari leghisti, impasse di governo permettendo, hanno un piano: «Orlando e l’esecutivo sono stati assenti in questi anni, del nuovo carcere nemmeno l’ombra e qui ci sono chiari problemi di sicurezza. Quindi subito un investimento per ristrutturare Canton Mombello in attesa della nuova struttura e nuovi innesti di personale per colmare le lacune». Sul nuovo ordinamento penitenziario (che attende il si del parlamento e che prevede il ricorso a pene alternative e più lavoro per i detenuti) invece i leghisti fanno muro: «Va radicalmente rivisto da un nuovo governo e non è materia da commissione speciale». Una valutazione che sa di de profundis. (m.tor.)