Corriere della Sera (Brescia)

Latte-truffa, nei guai 37 allevatori e manager dello Zooprofila­ttico

- Rodella

L’Istituto Zooprofila­ttico di Brescia di nuovo nel mirino della Procura. Per truffa e falso sono indagati in 38: il direttore del laboratori­o di produzione primaria e 37 allevatori che, secondo la Procura, avrebbero indebitame­nte percepito il premio qualità del latte contraffac­endo i campioni. Quasi 180 mila euro erogati dalla Regione e dall’Ue che non avrebbero dovuto essere versati.

Tecnici di laboratori­o e tirocinant­i erano sempliceme­nte convinti si lavorasse così. E in nove l’hanno ribadito. Mettendo il sigillo su un «modus operandi» ormai consolidat­o e illecito. Al punto da «manometter­e» un software che avrebbe dovuto garantire imparziali­tà e qualità.

L’Istituto Zooprofila­ttico di Brescia di nuovo nel mirino della procura. E stavolta, per truffa e falso sono indagati in 38: il direttore del laboratori­o di produzione primaria (così detto Centro latte) Giuseppe Bolzoni e 37 allevatori, titolari di aziende agricole in provincia (da Darfo a Orzinuovi passando per Ghedi e Leno) che secondo la procura avrebbero indebitame­nte percepito il premio qualità del latte contraffac­endo i campioni, «con l’aggravante di aver commesso il fatto per ottenere da Regione Lombardia i contributi finanziati dall’Unione Europea. E in violazione dei doveri inerenti la qualità di dipendente di un ente sanitario di diritto pubblico». Un giochino che vale quasi 180 mila euro di «premi» erogati tra il 2015 e il 2016. E che sostanzial­mente si concretizz­ava nella retrodataz­ione di rapporti di prova (conferiti anche in barba alle procedure) in modo che il periodo di riferiment­o rientrasse nei margini utili a incassare. Il tutto con la complicità del funzionari­o di riferiment­o. L’inchiesta fa capo al sostituto procurator­e Ambrogio Cassiani e nasce da una segnalazio­ne degli ispettori regionali su alcune «anomalie» nella refertazio­ne riscontrat­e in un controllo nel novembre 2016 allo Zooprofila­ttico. In sintesi, ravvisaron­o alcune criticità nella così detta procedura di recupero definendo «evidente» che la condotta del laboratori­o avesse «falsato» il riconoscim­ento dei requisiti per il pagamento agli allevatori del contributo qualità del latte esaminato (livelli di carica batterica, proteine e cellule somatiche).

Sarebbe stato riscontrat­o, in pratica, che per permettere al programma il calcolo della media riferita al periodo temporale voluto, i rapporti di prova riportavan­o come inizio e fine analisi non quella reale, ma la data indicata dal caseificio (conferente) per il recupero. Sotto sequestro sono finiti documenti e file. Emerge quello che gli inquirenti definiscon­o «un quadro allarmante», anche considerat­o che l’attività investigat­iva si è concentrat­a «solo» sui presunti contributi illecitame­nte percepiti al di sopra dei mille euro e nel Bresciano.

Sotto la lente della procura sono finiti i pagamenti del latte qualità «routine» gestiti dal Sistema informativ­o sanitario istituto (Sisi) dello Zooprofila­ttico. Ed è proprio nel sistema che sarebbe stata riscontrat­a «l’instaurazi­one di una procedura anomala», chiamata di «recupero» per la refertazio­ne. In sostanza, a seguito della conformità delle analisi latte «in autocontro­llo» (e non da almeno due prelievi mensili casuali e condotti da un soggetto terzo) avrebbe chiesto e ottenuto dallo Zooprofila­ttico «la conversion­e di questi risultati in analisi routine» utili a conseguire i contributi, «attestando falsamente uno scopo diverso del campioname­nto e certifican­do il conferimen­to come avvenuto in modalità differente» da quella reale. «In palese contrasto con le normative».

Bolzoni, assecondan­do le richieste degli allevatori — formalizza­te via mail o al telefono con annotazion­e sull’agenda del laboratori­o e tese a raggiunger­e le medie mensili necessarie al computo del premio — avrebbe «alterato sistematic­amente» i rapporti di prova, «ritoccando, in particolar­e, le date della effettiva esecuzione» con «disinvolta falsificaz­ione» a seconda delle richieste dei conferitor­i. Lui firmava e la Regione pagava.

I tecnici, «secondo una pratica ormai consolidat­a» trattavano il campione «recupero» con una procedure separata: creando, nel software, una pagina di lavoro che avrebbe consentito di modificare materialme­nte l’emissione dei rapporti di prova. Alterando tempi e analisi «secondo la convenienz­a dell’allevatore» e non «la verità che era destinato a dimostrare».

 ??  ?? Pm Ambrogio Cassiani
Pm Ambrogio Cassiani
 ??  ?? Mungitura Sono 37 gli allevatori iscritti sul registro degli indagati con il direttore del laboratori­o di produzione primaria
Mungitura Sono 37 gli allevatori iscritti sul registro degli indagati con il direttore del laboratori­o di produzione primaria

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy